Milano, 11 marzo 2020 - In Fiera non solo i “guariti“, dimessi dagli ospedali in attesa di negativizzare il coronavirus. L’idea è aprire a Milano (al Portello ci sono verifiche in corso su due padiglioni ai quali prima dell’emergenza si pensava per il centro di produzione della Rai) un ospedale lampo, modello cinese, con 500 letti di terapia intensiva. Il progetto, spiega l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, è stato consegnato alla Protezione civile nazionale e necessita, per partire, che questa ci doti di "500 respiratori portatili e del personale" (per adesso, chiosa l’assessore al Bilancio Davide Caparini, "abbiamo ricevuto più mascherine in donazione che dalla Protezione civile"). C’è anche un piano B, aprire i 500 letti "in strutture socio-assistenziali vuote o svuotabili velocemente".
Perché i contagi in Lombardia sono ancora "in crescita costante": 5.791 a ieri, 322 più del giorno prima ma mancavano diversi resoconti dagli ormai 9 laboratori che han processato sinora 21.479 tamponi, chiarisce l’assessore e assicura che "non ci sono più problemi, i risultati arrivano in poche ore". Aumentano i dimessi (896, 250 in più) ma anche i morti col Covid19, 468 con un balzo di 135 in un giorno, e "alcuni ospedali hanno criticità" nel portarli al cimitero senza funerale. Negli ospedali i ricoverati continuano ad aumentare di oltre 500 al giorno: 3.785 a ieri, 3.319 in reparto e 466 (26 più di lunedì) in terapia intensiva. La Lombardia ne ha trasferiti 30 in altre regioni attraverso la centrale Cross, ma solo uno aveva il Covid "ed è chiaro che dobbiamo poter far ricorso alla rete delle terapie intensive anche per questi pazienti". Ai quali la nostra regione ha destinato già 644 letti di cure intensive, aprendone 233 (da un plafond di 723 a 946 letti totali), "e altri 150/200 nei prossimi giorni".
L’estensione del polmone lombardo continua, dall’inizio dell’emergenza sono passati in terapia intensiva 778 malati di Covid19 (l’8/10% ha meno di 49 anni): 103 sono stati dimessi, 80 sono morti, il 25% è uscito dalle cure intensive "ma la saturazione degli ospedali è sempre più alta, per alleggerirli stiamo cercando di far ruotare i pazienti". Recuperando cento letti a Cuasso al Monte nel Varesotto e altrettanti a Sondalo in Valtellina, individuando strutture sociosanitarie e di cure intermedie (il Pot di Bollate per la terapia subintensiva) e, per i meno gravi, ancora spazi in Fiera e alberghi. L’ospedale militare di Baggio ha ancora liberi molti dei suoi 50 posti, ce ne sono altrettanti a Linate e 49 a San Damiano vicino Piacenza. Intanto i volontari della Protezione civile lombarda montano tende per il triage dei pazienti “non corona“ davanti agli ospedali di Crema, Cremona, Casalmaggiore, Brescia, Chiari, Iseo, Monza, Mantova, Alzano Lombardo; e davanti alle carceri di Pavia, Vigevano, Voghera, Bollate, Monza, San Vittore e Beccaria di Milano, Canton Mombello e Verziano di Brescia, a Bergamo, Lecco, Busto Arsizio, Mantova, Lodi, dove i sanitari prendono la temperatura ai visitatori dei detenuti.