Milano, 1 maggio 2020 - Stavano bene o manifestavano sintomi "piuttosto vaghi", come una febbre leggera e avvisaglie parainfluenzali, senza chiari segnali di una infezione da Covid-19. Circa 170 persone residenti nella zona di Codogno a marzo si sono sottoposte alla radiografia toracica in un centro specializzato, spontaneamente o inviate dal medico di base per un controllo dopo il periodo di quarantena, preoccupate dall’evolversi della malattia nel primo focolaio lombardo. E dagli esami sono emersi risultati sorprendenti: 100 radiografie al torace su 170 (circa il 60%) presentavano immagini riconducibili a una polmonite interstiziale bilaterale, quindi altamente sospette e riferibili alla polmonite correlata al Covid-19.
Il coinvolgimento era bilaterale in tutti i casi: nel 54% dei pazienti il coinvolgimento era simmetrico, mentre le anomalie dei Raggi X al torace erano maggiori su un lato del torace nel 46% dei casi. Dati molto più alti, anche se secondo gli esperti è difficile tracciare un paragone, di quelli che potrebbero essere riscontrati in normali condizioni. Una semplice radiografia toracica è stata quindi in grado di svelare la compromissione polmonare in ignari soggetti non sintomatici o poco sintomatici nella ex “zona rossa“ del Lodigiano. L’indagine, pubblicata sulla rivista Radiology, è stata realizzata dall’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, in collaborazione con le Università degli Studi di Milano, Pavia e Palermo, il centro Medical Radiologico di Codogno e la Radiologia della Casa di Cura San Camillo di Cremona. "Questi risultati – sottolinea il professor Luca Maria Sconfienza, responsabile dell’Unità di Radiologia diagnostica e interventistica del Galeazzi e professore all’Università Statale di Milano, tra gli autori del paper – supportano i dati che stanno emergendo in merito alla trasmissione della patologia in soggetti asintomatici o poco sintomatici, che quindi possono risultare positivi al virus e pertanto contagiosi anche in assenza di sintomi e anche dopo due settimane di quarantena. Anche se non può sostituire tamponi e test sierologici, le radiografie e la Tac possono avere un ruolo importante, grazie a sistemi di intelligenza artificiale che possono ridurre i margini di errori ma soprattutto aumentare l’accuratezza degli esami".
Tutti i pazienti sottoposti alla radiografia provenivano da un ambiente ad alto contagio e a elevato rischio di trasmissione del virus, la zona della Lombardia dove lo scorso 20 febbraio è stato individuato il primo caso di Covid-19 a Codogno e il 23 febbraio è stata imposta una quarantena di 14 giorni alla popolazione nella stessa città e in dieci comuni limitrofi. In una sola settimana "le radiografie del torace hanno fornito informazioni sul coinvolgimento polmonare in questi pazienti, provenienti da un focolaio di Covid-19 ad alta prevalenza". Un’arma in più nella battaglia e negli studi scientifici sul coronavirus, che conferma anche la presenza di un gran numero di asintomatici che sfuggono a ogni rilevazione e statistica, potenziale fonte di nuovi contagi nella fase due.