Milano, 16 marzo 2020 - Il caso ha fatto scattare l’allarme nel mondo dell’accoglienza migranti, anche se, stando a quanto risulta al momento, la situazione è sotto controllo. Sabato un ospite di una struttura di via Fantoli, in zona Mecenate, è risultato positivo al tampone del coronavirus: l’uomo ha accusato i primi sintomi compatibili con il Covid-19 nei giorni precedenti, e l’esito del test ha confermato i sospetti della prima ora. Immediatamente sono partite le misure previste dal Ministero della Salute: il migrante infettato, che non è in condizioni ritenute preoccupanti, è stato messo in sorveglianza sanitaria, sotto costante monitoraggio medico; tutti i locali che frequenta abitualmente, a cominciare dagli spazi comuni della struttura d’accoglienza, sono stati sottoposti a sanificazione da parte della onlus che gestisce il centro. Inoltre, è stata individuata un’altra struttura in cui trasferire la metà dei migranti complessivamente accolti in via Fantoli, così da ridurre le presenze e limitare il più possibile il rischio contagio.
Le misure standard prevedono anche uno screening delle persone che più di altre sono entrate in contatto con il contagiato da coronavirus, che devono essere messe in quarantena anche se asintomatiche. Intanto, non si fermano i controlli in strada per stanare coloro che continuano a muoversi senza motivo, ignorando i dettami del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, che una settimana fa ha imposto la forte limitazione degli spostamenti in città per contenere l’epidemia Covid-19.
Ieri pomeriggio , solo per citare due casi, i carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno denunciato in totale 22 persone per violazione dell’articolo 650 del codice penale, che punisce con l’arresto fino a tre mesi o con un’ammenda fino a 206 euro chi trasgredisce un provvedimento dell’autorità. Il primo intervento è andato in scena poco prima delle 14, quando alcuni residenti di via Marco Aurelio hanno segnalato un assembramento di persone all’interno del distributore automatico di snack e bevande al civico 50: indagati in stato di libertà sei ragazzi di origine nordafricana tra i 20 e i 25 anni, che non avevano alcun giustificato motivo per stare lì. Stesso copione un’ora dopo in via Gaeta 1, ad Affori, dove altri cittadini-sentinella hanno chiamato il 112 per segnalare un altro gruppo di persone in una rivendita automatica h24: in quest’occasione sono finiti nei guai in 16, tutti egiziani tra i 30 e i 40 anni che erano lì a bere e mangiare insieme. Solo nella giornata di sabato, secondo i dati forniti dalla Prefettura, le forze dell’ordine hanno controllato complessivamente 4.937 persone, denunciandone 221 (215 per violazione dell’articolo 650 e 6 per false attestazioni). Monitorati anche 4.987 esercizi commerciali: 19 titolari sono stati denunciati per violazione del decreto, 3 le sanzioni amministrative comminate.