Milano, 19 marzo 2020 - Scarcerato causa virus. Un detenuto che doveva restare in cella 3 anni e 10 mesi per reati finanziari, è da tre giorni in detenzione domiciliare perché è seriamente malato e si potrebbe aggravare visti "i rischi connessi all’emergenza sanitaria". Indica una strada precisa il provvedimento del magistrato di sorveglianza Rosanna Calzolari dopo l’istanza urgente presentata dall’avvocato Antonella Calcaterra. Nella decisione depositata lunedì, scrive infatti che va considerato il "rischio di evoluzione negativa della grave patologia" del detenuto e bisogna tenere conto, in questo senso, dei "rischi connessi all’emergenza sanitaria in atto", che può essere un "fattore di aggravamento" date le "condizioni di salute compromesse".
Nell’istanza il legale aveva sottolineato anche l’esigenza, in questo momento, di ridurre il sovraffollamento nelle carceri. Una questione che è all’attenzione in questi giorni della Sorveglianza milanese presieduta da Giovanna Di Rosa, che sta lavorando a ciclo continuo per concedere il più presto possibile le misure alternative a quei detenuti che hanno i requisiti per accedere alla detenzione domiciliare o all’affidamento in prova ai servizi sociali.
Un appello in questo senso è partito ieri anche dal Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Milano. "Ritengo necessari - scrive in un comunicato Francesco Maisto - provvedimenti normativi deflattivi di immediata applicazione e tali da non richiedere il vaglio della magistratura di sorveglianza che già ora, per le condizioni dei propri uffici, non sarebbe in grado di poterli applicare in tempi ragionevoli ed adeguati alla diffusione del virus".
Il Garante spiega pure di aver ricevuto "informazioni su presunti maltrattamenti" nel carcere di Opera dopo le recenti proteste dei detenuti, e di aver presentato su questo un esposto alla Procura. Procura dove intanto il pm Alberto Nobili ha aperto un’inchiesta sulla rivolta di San Vittore per i reati di devastazione e saccheggio ma sta per allargare lo sguardo ad ampio raggio alla protesta di Opera dove, nel frattempo, un magistrato di sorveglianza ha effettuato due ispezioni. E le nuove regole per la detenzione domiciliare introdotte dal Governo sembrano troppo deboli anche ad Aldo Di Giacomo, segretario del sindacato di polizia penitenziaria Spp: "Il provvedimento crea confusione tra arresti domiciliari e detenzione domiciliari. Una frittata. Sterile nell’efficacia in quanto escono solo 2.000 detenuti e povero di contenuti perché non si prendono in considerazione le persone fortemente a rischio di contagio".