
L'esterno dello Ieo, Istituto Europeo di Oncologia (Newpress)
Milano, 12 maggio 2020 - Tamponi per tutto il personale e per i pazienti ricoverati. Ad eseguirli è l'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) dopo l'appello a governo e regioni lanciato da un gruppo di scienziati il 26 marzo ad impiegare laboratori e competenze per l'aumento del numero di tamponi virali. Lo ha reso noto l'Ieo ricordando l'appello dell'Imperial college di Londra, della rete degli Istituti di ricerca ricovero e cura italiani (Irccs) e dei principali Istituti di ricerca biomedica del Paese. Lo scopo è ridurre i rischi di contagio, in attesa di cure e vaccini, attraverso diagnosi, mappatura della diffusione del contagio e ricerca della possibile immunità.
Se da una parte Governo e istituzioni si sono dimostrati sensibili alle sollecitazioni dei ricercatori, dall'altra la risposta dei privati non si è fatta attendere. La proposta di un piano d'azione nazionale anti-contagio è partita dalla Fondazione europea Guido Venosta, che si è messa in contatto con l'Ieo, l'Università Cattolica di Roma, l'Università di Torino e l'Imperial College di Londra.
Primo passo il sostegno all'attività del laboratorio di ricerca dello Ieo, che ha già ottenuto il via libera dalla Regione Lombardia per processare i tamponi. "Per proseguire e mantenere nel tempo l'attività di esecuzione dei tamponi - sottolinea lo Ieo - diventa fondamentale il sostegno della Fondazione Guido Venosta, che in questa fase iniziale ha messo a disposizione una donazione di 400 mila euro per coprire il fabbisogno di reagenti per l'esecuzione e l'analisi di una prima tranche di 10mila tamponi".
Ma questa collaborazione con la Fondazione Venosta si estende anche a un progetto di ricerca scientifica: con il Mount Sinai di New York e l'Università di Pavia, i ricercatori Ieo hanno messo a punto un test per la ricerca di anticorpi anti Sars-Cov2, già autorizzato dall'Fda per uso interno e sottomesso alle autorità competenti italiane. Pazienti e personale saranno quindi sottoposti anche a test sierologici, in coordinamento con gli studi condotti dall'Iss e dall'Istat. I dati raccolti saranno utilizzati per stimare la probabilità di reinfezione da Sars-CoV-2 in soggetti con anticorpi, e quindi già venuti in contatto con il virus