MONICA AUTUNNO
Cronaca

Pessano, i prof non fanno i sierologici: a rimetterci sono i disabili

Impossibile con le norme attuali fare lezione a 45 giovani della Don Gnocchi. Le famiglie: "Siamo discriminati". La scuola: "La soluzione va trovata dall’alto"

Monica Meroni, dirigente scolastico della scuola speciale Daniela Mauro

Pessano (Milano), 8 ottobre 2020 -  Sierologico facoltativo per gli insegnanti ma obbligatorio per accedere al centro sanitario: così i docenti restano fuori dalla scuola speciale al Don Gnocchi e per 45 giovani disabili l’attività didattica è sospesa. Avviene a Pessano con Bornago, nel Milanese e ora le famiglie si mobilitano. In una lettera inviata a tutti gli enti competenti chiedono un intervento: "Per i nostri ragazzi la situazione è discriminatoria, siamo pronti a tutelarci in sede legale". Andiamo con ordine. A Pessano con Bornago, dove è storica la presenza di un centro della Fondazione don Gnocchi, una convenzione a più mani fra l’Istituto comprensivo Daniela Mauro, l’Ufficio scolastico regionale e la Fondazione stessa, sotto egida del Miur, permette da anni a 45 bambini e ragazzi con disabilità medio grave di frequentare 6 sezioni di scuola speciale nei locali all’interno della storica struttura del don Gnocchi, il Centro Santa Maria al Castello. Attività di terapia, assistenza e attività didattica, quest’ultima a carico sino allo scorso anno di 24 docenti assegnati per i normali canali.

La convenzione , rinnovata ogni due anni, è scaduta in agosto ed era in attesa di rinnovo. Ma ecco il guaio. Il nuovo testo predisposto include, per qualsivoglia presenza operativa in istituto, l’obbligatorietà del test sierologico. Clausola che cozza con le disposizioni vigenti per il personale della scuola, che prevedono il test solo su base volontaria e così le nomine sono diventate impossibili. A oggi i 45 alunni della scuola speciale frequentano il centro diurno ma ad orario e attività ridotte. Sono inoltre bloccati i nuovi inserimenti. Nessuna delle due parti in causa nega l’impasse.

"Per quanto è di mia competenza - così la dirigente dell’IC Daniela Mauro, Monica Meroni - mi sono mossa tempestivamente. Ma c’è poco da fare: la scuola non può obbligare al test, anzi non può nemmeno chiedere se il test sia stato svolto o meno". Due norme in contrasto, e i ragazzi e le famiglie nel mezzo. "È vero. Una soluzione va trovata dall’alto: noi ci interfacciamo ogni giorno con l’Ufficio scolastico regionale, la Fondazione con Ats. Ho coinvolto i sindacati. Di più non posso fare". "Riteniamo inaccettabile e scandaloso - spiega Giuliano Bonistalli, rappresentante dei genitori - che a oggi lo Stato non garantisca il diritto allo studio in qualunque sua forma e contribuisca ad accrescere discriminazione e mancata inclusione dei nostri ragazzi".

" È facile capire le difficoltà che questa situazione sta provocando ai 45 ragazzi e alle loro famiglie - si legge in una lettera indirizzata a Ufficio scolastico regionale, Miur, Ats e Fondazione, e anche all’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità a Roma -. Siamo consci che la Fondazione Don Gnocchi sta sopperendo alla mancanza degli insegnanti. Ma riteniamo non abbia le risorse per proseguire a lungo termine. Confidiamo in una pronta soluzione, e nel rinnovo di una collaborazione tra istituzioni che ha sempre garantito formazione, inclusione, attenzione e cura". Per la Fondazione don Gnocchi, che esprime "la massima comprensione per le problematiche evidenziate", rimarca da parte sua che "deve attenersi a una normativa che stabilisce l’obbligatorietà del test per i propri ospiti e per gli operatori. Tanto più alla luce del momento attuale", precisando poi che "si sta mettendo in campo ogni sforzo per garantire agli ospiti lo svolgimento delle attività educative e rieducative, nel rispetto dei vincoli imposti. Ma ciò non è purtroppo sufficiente a colmare la mancanza di docenti".