STEFANIA TOTARO
Cronaca

Corruzione e turbativa d’asta. Chiesti 5 anni e 4 mesi per Galbiati

L’architetta a capo dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Pessano. Un anno per il funzionario Oggionni

Corruzione e turbativa d’asta. Chiesti 5 anni e 4 mesi per Galbiati

La Procura di Monza chiede la condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione per Angela Galbiati e quella a 1 anno per Carlo Oggionni. L’architetta a capo dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Pessano e il funzionario dipendente della stessa amministrazione comunale sono imputati a vario titolo di corruzione e turbativa d’asta insieme ad altre 12 persone nell’inchiesta sui presunti lavori pubblici in Brianza ottenuti grazie a pubblici ufficiali corrotti con mazzette, regali e buoni benzina che vede al centro l’imprenditore di Giussano Francesco Tallarita. Ieri all’udienza preliminare davanti alla gup del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti il pm monzese Giovanni Marco Santini ha presentato il conto ai 7 accusati che hanno scelto di venire giudicati con il rito abbreviato, chiedendo condanne per tutti. Gli altri imputati hanno chiesto di patteggiare la pena fino a 4 anni, come l’impresario brianzolo. La richiesta più pesante è stata presentata per Angela Galbiati, che nel 2022 era finita agli arresti domiciliari con Tallarita e altri tre. Alla professionista sono contestati tre appalti ottenuti grazie alle mazzette versate o promesse. Secondo la pubblica accusa, l’architetta avrebbe pilotato le gare per lo sgombero di neve e ghiaccio, per la manutenzione del verde e la realizzazione della nuova oasi sul Molgora. Progetti andati in porto fra il 2020 e il 2021 per 227mila euro. "L’anno scorso a Natale sono andato a portarle il panettone lì a casa... siamo stati fino alle undici a chiacchierare", dice in una conversazione intercettata l’imprenditore brianzolo, che per essere favorito dalla funzionaria le avrebbe promesso una bustarella di 12mila euro in un cesto natalizio. Mentre l’altro collega, Carlo Ambrogio Oggionni, accusato di turbativa d’asta, "d’accordo con Galbiati" avrebbe promesso a una delle ditte riconducibili all’imprenditore "l’assegnazione dell’appalto sul verde senza che la gara fosse stata lanciata" e sempre lui per la Procura aveva "guidato il sorteggio delle cinque imprese da invitare a presentare un’offerta dietro la promessa di regalie". Gli imputati negano le accuse. La sentenza della giudice a gennaio.