di Giovanni Chiodini
C’è uno sviluppo imprevisto e inatteso nelle indagini sulle accuse di turbativa d’asta e corruzione nei confronti del noto primario di chirurgia dell’ospedale Fornaroli Giuliano Sarro, del figlio Alessandro, del medico Umberto Rivolta, della stessa divisione diretta da Sarro, e di Davide Bonacina della Applied (società che ha fornito apparecchiature all’ospedale).
Da ieri Giuliano Sarro è agli arresti domiciliari, disposti dal gip Livio Antonello Cristofano su richiesta del pubblico ministero Giovanni Polizzi. In questi mesi – la vicenda della turbativa d’asta è del giugno scorso, ma a quell’epoca il giudice per le indagini preliminari della Procura di Milano non ritenne di porre i protagonisti ai domiciliari – nei confronti di Sarro si sono sviluppate ulteriori indagini, frutto di intercettazioni telefoniche, che hanno riguardato soprattutto l’ambito famigliare. E proprio questo filone di indagini, che configurano l’accusa di abuso d’ufficio, hanno consigliato al giudice di disporre gli arresti domiciliari "per evitare il reiterarsi dei comportamenti" assunti dal Sarro in questi ultimi tempi.
"Il comportamento del Sarro – scrive il gip nell’ordinanza – è chiaramente volto al soddisfacimento delle proprie esigenze famigliari, mostrando lo sconfortante atteggiamento di chi utilizza la cosa pubblica come se fosse propria... nello specifico intendendo sistemare i propri figli in tutti i modi che la sua funzione pubblica gli permetteva e gli consentiva". Nell’impianto accusatorio Sarro non solo avrebbe favorito il figlio facendo acquistare all’Asst le apparecchiature medicali prodotte dall’azienda rappresentata dallo stesso, ma, sfruttando le sue conoscenze dentro e fuori l’ospedale, anche parecchi altri componenti della famiglia.
Il primario di chirurgia avrebbe favorito la figlia psicologa, permettendole di visitare un paziente seguito dallo stesso chirurgo in un ambulatorio dell’ospedale senza che avesse l’autorizzazione dell’Asst (visita per la quale il paziente ha pagato direttamente il compenso alla figlia di Sarro), la fidanzata del figlio Alessandro, laureanda in Nutrizione, procurandole una borsa di studio nell’unità di Oncologia del Fornaroli, e la fidanzata dell’altro figlio, diplomata all’istituto turistico. Per quest’ultima, che doveva essere assunta come receptionist in uno studio medico, non avendo alcuna conoscenza in campo sanitario, Sarro si sarebbe offerto di falsificare il curriculum inserendo tra le esperienza della giovane anche la partecipazione ad un corso di pronto soccorso che lo stesso medico si proponeva di impartirgli privatamente "in un paio di sere", con tanto di rilascio di attestato.
"La notizia dei domiciliari ci ha sorpreso parecchio – ha commentato l’avvocato che difende il medico magentino –. In questi mesi il dottor Sarro non è mai stato sentito dagli inquirenti". Verrà sentito certamente nella prossima settimana, adesso che è sottoposto alla misura domiciliari.