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Corruzione Sanità, il sistema della 'zarina': "Funziona anche fra i comunisti"

Maria Paola Canegrati sognava di esportare il "modello lombardo" in Toscana di MARINELLA ROSSI

Maria Paola Canegrati

Milano, 19 febbraio 2016 - «La politica a gamba tesa, così la capiscono bene». Ci vogliono poche idee, ma chiare, e una bulimia monopolistica per fondare un impero sui denti. E nessuno la ferma, la “Paoletta” Canegrati, che i referenti politici e amministrativi - il leghista Fabio Rizzi e l’uomo di staff Mario Longo - assecondando nella megalomania affaristica. Hanno il loro interesse: soci occulti, loro e le loro compagne Lorena Pagani e Silvia Bonfiglio, della costellazione di service odontoiatrici. Affari di famiglia, paludati da «progetti politici di estensione», da «modello lombardo che funziona anche tra i comunisti», tipo in Toscana.

In ordine, passo dopo passo, come faceva la zarina delle protesi. Dopo gli Icp, si guarda avanti. Cattivi. «Indebite pressioni, dal tenore minatorio – scrive il gip di Monza Emanuela Corbetta – esercitate nei confronti dei dirigenti dell’Istituto Stomatologico, i quali sembravano intenzionati ad affidare la gestione dell’odontoiatria alla svizzera Xenon, anziché alle società di Canegrati». Là Longo non basta e deve intervenire Rizzi «personalmente, facendo valere esplicitamente il proprio peso politico e, soprattutto, facendo intuire le conseguenze negative che sarebbero derivate dal non assecondare i suoi desiderata». Intervento – dice Longo intercettato ma soddisfatto – pesantissimo... nel senso che hanno capito che è meglio non mettersi contro». Per non dire della «disponibilità di Rizzi ad intervenire di persona» dopo le lamentele della zarina per i ritardi nell’ apertura del centro di via Saint Bon. Longo: «Vuoi che dica al nostro di intervenire o aspettiamo settembre?».  E poi c'è il fronte nazional e internazionale, o meglio «l’opaca vicenda della realizzazione dell’ospedale pediatrico dello Stato del Goya in Brasile» - raccontano le carte d’inchiesta - «ammantata da finalità sociali, ma avidamente vissuta da Longo e Rizzi come fonte inesauribile di profitto personale». Che «era l’ occasione per progettare, grazie ai rapporti in quell’occasione imbastiti con Luca Pecchio di Techint, l’espansione di Canegrati in quattro centri della Toscana». «Luca firma?» Chiede la Canegrati. Luca è «bello sereno? Tutto a posto?» Longo: «Luca da ieri è ancora più sereno... Siamo usciti a cena noi tre eh, (Pecchio, Longo e Rizzi, ndr) il Pres (Rizzi, ndr) gli ha fatto presente che questa cosa è un progetto politico di estensione, adesso ti faccio ridere perché Fabio in questo è veramente bravo, di estensione del modello lombardo dentro casa di chi ci ha insegnato come si faceva il sociale fino a ieri e gli facciamo vedere come il modello lombardo invece funziona e funziona molto bene, anche tra i comunisti». I comunisti di Toscana, dove Longo annuncia alla compagna Lorena che «se adesso tutto va bene farai odontoiatria sociale in Toscana... in quattro strutture Humanitas». marinella.rossi@ilgiorno.net