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Milano - Fu una gara , "con cinque sorpassi svolti in un brevissimo arco di tempo, a velocità sostenuta, con un ripetuto sostituirsi dei veicoli nelle posizioni di marcia, lungo un percorso di circa due chilometri". Ora c’è anche il timbro della Cassazione a certificare che nella notte tra il 3 e il 4 novembre 2013 Andrea Piccini e Lorenzo Valenti diedero vita a un folle testa a testa in zona Garibaldi al volante di una Bmw 320 e di una Passat, provocando la morte del quarantaseienne Luca R., alla guida della Fiat Panda travolta all’incrocio tra via Gioia e via Galvani. I giudici della Suprema Corte hanno respinto i ricorsi presentati dai legali dei due imputati, rendendo definitive le condanne a tre anni di reclusione.
Nelle motivazioni , viene ricostruito tutto il tragitto dei due bolidi. Stando a quanto accertato dagli agenti della polizia locale (e in particolare da un sovrintendente che ebbe l’idea di analizzare le immagini di tutte le telecamere per ricostruire a ritroso l’intera sequenza), alle 3.30 gli amici Piccini e Valenti – che all’epoca avevano 21 e 25 anni – escono dalla discoteca Tocqueville e salgono sulle rispettive auto: il primo è diretto a casa, il secondo al lavoro. Alle 3.37 e 13 secondi, un occhio elettronico riprende l’ingresso nel tunnel don Sturzo, col primo sorpasso della Bmw preceduto da un colpo di abbaglianti; le macchine in colonna sbucano dalla galleria alle 3.37.32, dopo aver percorso 300 metri in 19 secondi.
Tra via Farini e il Monumentale, la 320 e la Passat fanno inversione a U per tornare verso corso Como, salvo poi infilarsi nello stesso tunnel, stavolta attraversato in 9 secondi. Le auto cambiano continuamente carreggiata, tentando di sopravanzarsi: all’uscita di via Gioia, entrambe viaggiano a 98 chilometri orari. Fino al drammatico impatto con la Panda. A più di 8 anni da quella notte, c’è una certezza: Luca morì per colpa di due ragazzi che decisero di trasformare le strade di Porta Nuova in un circuito di Formula 1.