Milano - «In questo momento , in corso Buenos Aires regna il caos. La pista ciclabile non scoraggia la sosta selvaggia delle auto che posteggiano pure davanti al cordolo in ingresso, vicino via Spallanzani. Ben venga una riqualificazione. Ma senza allargare i marciapiedi. E noi continuiamo a sognare un corso alberato: chissà se riusciremo a vederlo". A parlare dalla loro casa di via Spallanzani a Porta Venezia, che racchiude un’anima quasi da paese accanto alle vetrine dello shopping, sono il vignettista novantunenne Giorgio Forattini, re della satira, e la moglie Ilaria Cerrina Feroni. Una riflessione a due voci sul progetto della svolta pedonale del corso.
Siete favorevoli o contrari? "In linea di massima favorevoli, basandoci sulle poche informazioni a disposizione in questo momento. Di sicuro un cambiamento è auspicabile, perché adesso corso Buenos Aires è molto disordinato, pieno di auto e di traffico. La pista ciclabile è stata migliorata rispetto alla condizione iniziale. Ma tra i problemi che riscontriamo c’è quello della sosta selvaggia che si concentra in tutti i “punti scoperti“, per esempio vicino al cordolo tra piazza Oberdan e l’ingresso al corso. Pure davanti all’edicola e alla farmacia".
Cosa pensate dell’allargamento dei marciapiedi? "Non è opportuno, perché i marciapiedi sono già sufficientemente larghi. Ma siamo favorevoli a dare più spazio a pedoni e meno alle auto".
E sull’eliminazione dei parcheggi dal corso? "Sulla carta l’idea è buona ma gli spazi devono essere rispettati. Già adesso, in teoria, i mezzi motorizzati non potrebbero invadere la ciclabile eppure lo fanno. Quello che manca in corso Buenos Aires è il verde".
Già 12 anni fa, Forattini si schierava non solo a favore degli alberi ma auspicava filari lungo tutto il corso.
Pensate che ora sia la volta buona, per avere spazi verdi in Buenos Aires? "Lo speriamo tanto. Purtroppo, finora sono stati realizzati pochissimi interventi in questa direzione: di piante ne sono arrivate pochissime e non servono a fare la differenza. Bisognerebbe osare di più, soprattutto in questo periodo di emergenza climatica. Senza contare che con la presenza del verde sarebbe molto più bello anche il corso. La gente passeggerebbe più volentieri. Ci sarebbe ombra d’estate e un po’ più di ossigeno. Siamo convinti che anche i commercianti, a lungo andare, sarebbero contenti: bisogna solo abituarsi a un panorama diverso che non snaturerebbe Milano e che, anzi, la renderebbe più vivibile.