MARIACHIARA ROSSI
Cronaca

Corso Como tra spaccio e rapine: viaggio notturno nell’ex via del divertimento. “Non assumo più donne, ho paura per loro”

Milano, la criminalità ha trasformato la strada della movida in una terra di nessuno. I locali si organizzano: "Abbiamo istituito un servizio di sorveglianza: ci costa 370mila euro l’anno"

Scorcio notturno di corso Como

Milano – C’era una volta un patinato micromondo di nome Corso Como e dintorni, punto di riferimento per gli amanti dello shopping, degli aperitivi e della vita notturna. Facilmente raggiungile per via della stazione Porta Garibaldi a nord – importante snodo di molte linee suburbane, nonché fermata della metropolitana MM2 – e l’altra fermata MM2 Moscova a sud.

Esclusivo per molti e inabbordabile per altri. Di quell’universo sofisticato e raffinato, oggi, però, rimane solo un immagine sfocata con più zone in ombra che illuminate. L’impressione che qualcosa sia cambiato da 15 anni a questa parte si percepisce nel momento in cui si mettono i piedi sui primi sanpietrini del lungo viale: i turisti ci sono, ma secondo le testimonianze dei commercianti stanno a poco a poco abbandonando la zona. Appostati ai quattro angoli della via piccoli gruppi di spacciatori provenienti dall’Africa Subsahariana si spartiscono la piazza e controllano il traffico di droga, qualche locale ha deciso di rimanere aperto ma molti hanno preferito chiudere e andare in ferie. E questa è una novità.

"Spaccio, scippi, aggressioni sono aumentati drasticamente, ma vale anche per il resto dei quartieri di Milano", spiega l’assessore alla sicurezza del Municipio 9. Anche per questa ragione discoteche e bar hanno visto radicalmente ridurre la propria clientela.

Giusto tre giorni fa un ragazzo di 26 anni è stato accoltellato e ferito ad un braccio durante una rapina in viale don Luigi Sturzo, a due passi dal corso, e una ragazza di 23 anni è stata aggredita e derubata in Porta Garibaldi denunciando tutto sui social.

"Normale amministrazione" commenta rassegnato il titolare di un noto locale della vita notturna meneghina. Negli scorsi mesi le lamentele e i reclami hanno trovato un canale di ascolto. "Da fine maggio abbiamo istituito un servizio di sorveglianza sussidiaria con il consenso di questura e prefettura, patrocinato da Confcommercio. È entrato in vigore a fine maggio e si avvale di vigilanti che monitorano la zona nell’intento di salvaguardare i clienti e le stesse attività. Un servizio che ci costa 370mila euro all’anno" racconta Alberto Baldaccini, proprietario dell’Hollywood.

La situazione a un centinaio di metri di distanza, cambia leggermente, almeno a un primo sguardo. Corso Garibaldi, per quantità di locali aperti, luci, musica, dehoors e clienti seduti ai tavoli ha rubato la supremazia alla storica via del divertimento by night.

Solo parlando con i proprietari dei ristoranti si scopre che i problemi rimangono sempre gli stessi. "Abbiamo aperto a febbraio 2022 ma non ci aspettavamo di vivere in un vero e proprio Far West. Non assumo personale femminile perché non voglio mettere in situazione di allarme i miei dipendenti", spiega Rossella, titolare del Cantiere. "Chiudo tutte le sere un’ora prima perché mi preoccupo per il mio personale e nel week-end assumo due agenti della sicurezza esclusivamente per il mio locale".

A questa escalation di reati fanno da contorno i senzatetto sdraiati sulle panchine nei piccoli giardini limitrofi e piccoli gruppo di baby gang che “pattugliano“ la zona. Di sottofondo gli sguardi vigili e impensieriti degli esercenti.