VALENTINA TARANTINO E MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Il 25 Aprile a Milano, abbraccio fra generazioni: “Noi, per nulla sobri”

Giovani e anziani sfilano a braccetto: nel mirino anche l’invito a celebrazioni “con il silenziatore" arrivato dal governo

Davide Ramozzi

Davide Ramozzi

Milano, 26 aprile 2025 – Da soli, con gli amici o a braccetto con i nonni. I giovani, alla manifestazione del 25 Aprile, ci sono e lo rivendicano. Se ne accorgono anche coloro che hanno sfilato in decine di cortei e che continuano a venire, anche reggendosi a una stampella. Come Bruna, che insieme al compagno Stefano osserva la folla a Porta Venezia. Entrambi hanno 79 anni. “L’invito alla ‘sobrietà’ ha ottenuto l’effetto contrario” dicono sorridendo.

Tra i ragazzi, alcuni sono schierati politicamente, come Tommaso, 24 anni, attivista: “Dobbiamo difendere la libertà, un diritto che dei nostri coetanei, quasi un secolo fa, hanno ottenuto lottando contro il nazifascismo e mettendo a rischio la propria vita”. Sara Scebba, 25 anni, consigliera comunale a Cinisello, aggiunge: “Non dobbiamo lasciare che quelle pagine di storia restino carta stampata, è nostro compito farle rivivere e rinnovare la Resistenza”.

Mattia Burro, di due anni più grande, ricorda come manifestare a Milano abbia un valore ulteriore, dato che “il fascismo è nato ed è morto qui”. E tornando al concetto “sobrietà”, Tommaso Zambelli riflette: “Celebriamo l’ottantesimo dalla Liberazione e trovo fuori luogo l’appello alla moderazione, perché credo che lo stesso Papa Francesco fosse per primo contrario agli atteggiamenti tiepidi”. Maria Teresa Palumbo, biologa, e Raffaella Balestrini, ricercatrice, in arrivo dall’hinterland, sono sulla stessa linea e mostrano con orgoglio i loro papaveri a uncinetto, che non possono appassire. “Onoriamo chi ha dato la vita per la nostra libertà. Quest’ anno è ancora più importante esserci, anche per la situazione politica in cui viviamo”.

Approfondisci:

Cancella la scritta “Viva il Duce”, il video del sindaco di Corsico: “Questa è la fine che devono fare i fascisti”

Cancella la scritta “Viva il Duce”, il video del sindaco di Corsico: “Questa è la fine che devono fare i fascisti”

Lo sottolinea pure Claudio Capocchi, con il suo bimbo di 10 anni per mano, tra le Famiglie Arcobaleno: “Oggi, esserci, è più importante di ieri, perché c’è il pericolo di ritorno degli incubi del passato. Penso all’Ungheria di Orban, con Pride vietato, ma non solo. Sono qui anche per l’importanza di mantenere viva la memoria, soprattutto ora che i partigiani viventi sono sempre meno”. A riguardo Matilde, studentessa di Lettere, evidenzia che “noi ragazzi non abbiamo vissuto la Resistenza ma, se non ne abbracciamo i valori, rischiamo di tornare indietro”.

Un punto fondamentale anche per Andrea, studente di 24 anni: “Partecipare al corteo non vuol dire solo ripensare a quello che è stato ma anche interrogarci sul valore della libertà e della responsabilità civica oggi”. E c’è anche chi ha scelto di venire a Milano proprio in occasione del corteo, come Davide, neolaureato: “Sono originario di Domodossola. Nella mia città, che ha dato vita a una delle più importanti repubbliche partigiane, le celebrazioni ufficiali sono state cancellate. Quindi eccomi qui”.

Approfondisci:

Lutto nazionale e 25 Aprile, il Governo chiede “sobrietà”. Il sindaco Beppe Sala: “Ci dicano che vuol dire”

Lutto nazionale e 25 Aprile, il Governo chiede “sobrietà”. Il sindaco Beppe Sala: “Ci dicano che vuol dire”

E da Crescenzago, “qui“ è arrivata pure Emilia Mosca, di 83 anni, accomodata sulla “trikego“, una bici speciale inventata dal figlio Francesco Casoli, cinquantaduenne, ai pedali. “È bello manifestare. La vedo brutta politicamente – riflette la signora – e sono felice di vedere tanti giovani: altro che ‘sobrietà’, bisogna alzare la voce”.