NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, cinquecento in corteo per Dax a 22 anni dalla morte: “Ricordiamo l’omicidio fascista”

Davide Cesare, militante del centro sociale Orso, fu ucciso con 13 coltellate la sera del 16 marzo 2003 in via Brioschi angolo Zamenhof. Manifestazione al Ticinese per commemorare il ragazzo: “È vivo e lotta insieme a noi”

La manifestazione in ricordo di Dax

La manifestazione in ricordo di Dax

Milano - Cinquecento persone in corteo fino alle case popolari di via Gola. A 22 anni esatti dall’assassinio avvenuto all’incrocio tra via Brioschi e via Zamenhof, militanti dell’area antagonista, collettivi studenteschi e filopalestinesi hanno commemorato ‘Dax’ con una manifestazione durata un paio d’ore, qualche fumogeno e fuochi d’artificio all’arrivo.

“Ancora una volta – il messaggio di partenza – attraversiamo le strade del Ticinese per ricordare l’omicidio fascista di Davide Cesare e i pestaggi infami dell’ospedale San Paolo. Dax è vivo e lotta insieme a noi”. Poliziotti e carabinieri hanno blindato l’area del commissariato di via Tabacchi con diverse camionette a chiudere la strada all’incrocio con via Tantardini; per il resto, l’iniziativa è stata monitorata in maniera discreta dagli agenti della Digos e dai militari del Nucleo informativo. Qualche picco di tensione c’era stato il giorno prima, al corteo partito da piazza XXIV Maggio e terminato in piazza Bilbao: una Tesla vandalizzata con scritte contro Elon Musk e simboli nazisti; l’ingresso di una filiale di Unicredit sfondato con un cestone di spazzatura; e un lancio di sassi e vernice in due momenti contro le forze dell’ordine.

Commemorazione Dax
Un momento della commemorazione di Dax a Milano

Iniziative che ci riportano con la memoria al 16 marzo 2003. Quella sera, il ventiseienne Cesare detto ‘Dax’ è in compagnia di tre amici del centro sociale Orso. Attorno alle 23.30, i quattro si imbattono nel cinquantatreenne Giorgio Morbi e nei due figli Riccardo e Federico, di 29 e 17 anni: non sono iscritti a movimenti politici, ma non hanno mai fatto mistero delle simpatie per l’estrema destra (dagli oggetti in casa che rimandano al ventennio fascista al cane Rommel); il 10 marzo, Federico è stato aggredito dopo un breve battibecco da una decina di ragazzi.

Sei giorni dopo, lui e i parenti se la prendono con ‘Dax’ e gli altri tre: il più grande dei fratelli accoltella Cesare per tredici volte, non lasciandogli scampo; il padre si accanisce, secondo le accuse, su Antonino Alesi, colpito da otto fendenti. Dax viene trasportato al San Paolo, ma per lui non c’è niente da fare.

Il giorno dopo, i presunti autori vengono bloccati dalla polizia. Al processo, Federico viene condannato a sedici anni e otto mesi di reclusione, mentre al padre Giorgio viene affibbiata una pena di tre anni e quattro mesi. Per l’allora minorenne Mattia, il Tribunale dispone l’affidamento in prova in una comunità per un periodo di tre anni.