Milano, 26 novembre 2024 – La macchina di traverso sulla carreggiata di viale Omero che porta in via San Dionigi. Il conducente costretto a fermarsi perché ha la strada sbarrata. All'improvviso, alcuni ragazzi scendono dall'auto: vestiti di nero, cappucci calati sul volto. Parte l'assalto alla 93, devastata con sassate e colpi di mazza. Poi i roghi in serie nell'area giochi di via Barabino e nelle strade vicine, i vandalismi su arredi urbani e monopattini e l'intervento in forze degli agenti in assetto antisommossa per disperdere il gruppo.
"Ramy vive"
È l'inquietante film del raid andato in scena nella tarda serata di lunedì 25 novembre al quartiere Corvetto, al termine di una giornata ad altissima tensione. La firma con spray blu sulla fiancata sinistra del mezzo pubblico richiama la miccia che due giorni prima ha innescato un incendio che forse aspettava solo un pretesto per divampare e che ora è complicatissimo da spegnere: "Ramy vive", il riferimento al diciannovenne egiziano Ramy Elgaml, morto nella notte tra sabato 23 e domenica 24 novembre al termine di un lungo inseguimento, partito venti minuti prima in via Farini, tra il TMax guidato da un amico ventiduenne tunisino e una pattuglia del Radiomobile dei carabinieri.
La giornata di tensioni
L'agguato va in scena attorno alle 23. Nelle ore precedenti, un gruppo di alcune decine di ragazzi si è mosso continuamente tra piazza Gabrio Rosa, via dei Panigarola e via dei Cinquecento, monitorato minuto per minuto dalle forze dell'ordine: un estintore svuotato, petardi e fumogeni. Niente di più. In serata, sotto una pioggia battente, scatta la fase due: il pullman di Atm, a due passi dal capolinea, viene accerchiato in pochi secondi, sotto gli occhi terrorizzati di conducente e passeggeri. I colpi buttano giù i vetri laterali e mandano in frantumi il parabrezza, poi gli aggressori entrano e devastano anche gli interni. La scritta "Ramy vive" è l'atto finale del blitz.
Gli incendi e l'intervento della polizia
Nel frattempo, qualcuno scavalca la recinzione di una scuola di via Barabino e tira fuori i cassonetti per i rifiuti, dati alle fiamme con altre masserizie al centro della piazzetta. Poi parte il lancio di bottiglie e altri oggetti contro i poliziotti del Reparto mobile schierati sullo spartitraffico di viale Omero, che avanzano compatti con cariche di alleggerimento per spaccare il fronte opposto e mettere fine alla guerriglia urbana; in quel frangente concitato, viene fermato un ragazzo, portato in Questura per ulteriori accertamenti. A terra cestoni della spazzatura e cartelli stradali divelti.
La conta dei danni
Poco dopo mezzanotte, i vigili del fuoco spengono gli ultimi focolai che ardono sull'asfalto. Dei giovani assalitori non c'è più traccia. È il momento della conta dei danni: quelli più ingenti riguardano l'autobus, semidistrutto dalla furia dei vandali a volto coperto. Un addetto dell'istituto scolastico derubato recupera sconsolato uno dei pochi cassonetti sopravvissuti ai roghi e lo riporta alla base: "Non si fa così, non è giusto". È da poco passata l'una, e il timore è che il giorno che sta per arrivare non sarà diverso dai due appena trascorsi. Il Corvetto assomiglia sempre di più a una polveriera pronta a deflagrare.