Milano, 27 novembre 2024 – "Le baby gang di seconda generazione sono un’emergenza nazionale”: non misura le parole, com’è del resto nel suo stile, il ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, commentando quanto è successo negli ultimi tre giorni al Corvetto dopo la morte di Ramy Elgaml. “C'è un problema drammatico su cui penso che anche il Parlamento dovrà prestare maggiore attenzione: le seconde generazioni e le baby gang, figli di cittadini stranieri, ragazzi nati in Italia che però non si sentono parte di questo Paese. Il problema non riguarda solo i 70 incappucciati che fanno barricate e danno fuoco a un quartiere a Milano, ma anche le aggressioni quotidiane sui treni, le baby gang, le violenze contro le ragazze e il bullismo. Non sempre si tratta di cittadini stranieri, ma in buona parte sì, soprattutto per quanto riguarda le aggressioni sui mezzi di trasporto pubblico. Questa è un'emergenza nazionale. Per questo motivo, non possiamo permetterci di perdere nemmeno un poliziotto o un carabiniere. Serve anche che la giustizia faccia il suo corso, perché 70 teppisti che lanciano sassate contro i carabinieri non possono essere considerati semplicemente giovani esuberanti: è un crimine. È fondamentale che, quando le forze dell'ordine li arrestano, la giustizia non li faccia uscire tre ore dopo".
Fontana: “Scene già viste a Parigi”
E mentre colpisce molti la scelta finora messa in atto da parte del sindaco Sala di non esprimersi – almeno ufficialmente – sulle devastazioni, gli incendi e la rabbia contro le forze dell’ordine che si sono scatenati al Corvetto da tre giorni, il presidente della Regione Attilio Fontana ha voluto esternare tutta la sua preoccupazione: "Sono situazioni molto preoccupanti che purtroppo si erano già viste in altri Paesi, come a Parigi, che purtroppo qualcuno aveva previsto che si sarebbero potute verificare". "Evidentemente c'è una parte della popolazione, soprattutto giovani di seconda e terza generazione, che non si integra e che quindi manifesta la rabbia con queste forme di ribellione che sono estremamente preoccupanti" e davanti alle quali "bisognerà non fare finta di niente, ma cercare di trovare una risposta perché' altrimenti rischiamo di perdere il controllo su certe parti del nostro territorio".
L’integrazione rifiutata
A chi gli chiedeva se ci fosse qualche responsabilità da parte della Regione ha risposto: "Mi sembra proprio l'ultimo dei problemi, evidentemente ci sono dei motivi molto più profondi che inducono a rifiutare una forma di integrazione, non si trovano nei nostri valori, nella nostra società, problematiche che li inducono a non sentirsi parte di questa società e di questa comunità e quindi rifiutano ogni forma di integrazione". Per Fontana "giunti a questo punto non si deve più fare una questione di responsabilità, esistono delle responsabilità, ma guardiamo al futuro perché, se oggi questa situazione è preoccupante, se continueremo a battibeccare questa situazione diventerà drammatica. Cerchiamo – ha proseguito – di abbandonare l'ideologia, da una parte e dall'altra cerchiamo di abbandonare ogni tipo di pregiudizio e cerchiamo di trovare delle soluzioni, altrimenti rischiamo di creare una ferita nel tessuto sociale della nostra comunità che non si rimarginerà mai".
M ajorino (Pd): “Case Aler abbandonate”
''Al Corvetto non basta l'azione ferma e netta per contrastare ogni forma di illegalità, azione che è ovviamente necessaria. Serve anche molto altro, a partire da interventi di recupero sociale, formazione e prevenzione". Queste le parole del capogruppo del Pd in Consiglio regionale Pierfrancesco Majorino, che ieri sera ha partecipato ad alcuni incontri al Corvetto col segretario del Pd metropolitano Alessandro Capelli. "Il quartiere – afferma – è vitale e ricco di iniziative sociali e si può vincere la scommessa del suo riscatto senza mettere tutti i ragazzi nel ghetto generalizzato della “violenza””. Peraltro gli esponenti della destra invece di attaccare l'amministrazione comunale dovrebbero domandarsi perché continuano a lasciare marcire nel degrado il quartiere di case popolari dell'Aler, che è di proprietà di Regione Lombardia, dove ci sono centinaia di appartamenti vuoti, abbandonati all'incuria”. Alle parole di Majorino ha replicato Fontana: “La questione delle case Aler sollevata dal Pd? In questa situazione è l’ultimo dei problemi.