REDAZIONE MILANO

Guerriglia urbana al Corvetto, vertice in Prefettura con il ministro Piantedosi e il sindaco Sala

Un incontro per definire una strategia anti-caos, dopo quanto avvenuto domenica sera, a seguito della morte di Ramy Elgaml. Il primo cittadino si è detto “preoccupato”, ma ha rispedito al mittente, cioè al centrodestra, le accuse sulle periferie fuori controllo a causa dell’immigrazione

Milano, 28 novembre 2024 –  Al via alle 11, in Prefettura, la riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Milano, convocata dal prefetto Claudio Sgaraglia dopo i disordini al Corvetto di domenica sera, a seguito della morte di Ramy Elgaml, sbalzato da uno scooter inseguito dai carabinieri. Presenti, oltre al prefetto, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il sindaco Giuseppe Sala e il questore Bruno Megale.

Corvetto, vertice in prefettura con il ministro Piantedosi e il sindaco di Milano Sala
Corvetto, vertice in prefettura con il ministro Piantedosi e il sindaco di Milano Sala

Un vertice che ieri pomeriggio il sindaco, pur senza svelare giorno e ora, aveva preannunciato, quando i cronisti gli hanno chiesto come si potesse far scendere la tensione al Corvetto: “Ne parleremo con la Prefettura, la Questura e il ministro dell’Interno. Ho parlato con il prefetto. Se il ministro viene a Milano, sono contento, perché è qualcosa che dobbiamo affrontare insieme. Se sono stati fatti degli errori, ci saranno conseguenze”.

Dal punto di vista politico, Sala si è detto “preoccupato” per la situazione al Corvetto, sottolineando che “le regole vanno rispettate”, ma ha rispedito al mittente, cioè al centrodestra, le accuse sulle periferie fuori controllo a causa dell’immigrazione: “Quello che è successo non ci fa deviare dalla rotta. Capisco che alla destra piaccia fomentare queste situazioni, ma io sono qui a dire che la nostra città continuerà ad essere accogliente”.

In mattinata, il padre di Ramy ha detto: “Siamo lontani da quanto accaduto l’altroieri sera e ci impegniamo a rispettare la legge nel nostro secondo Paese, l’Italia. Abbiamo fiducia nella magistratura italiana, e non vogliamo vendetta ma solo sapere ciò che è successo. Ci dissociamo da tutti i violenti, ringraziamo tutti per la loro vicinanza, soprattutto gli italiani: mio figlio ormai era più italiano che egiziano”. “Ho apprezzato le parole del padre e della fidanzata di Ramy – ha commentato Sala –. Li inviteremo a Palazzo Marino perché hanno detto cose molto giuste e belle”. L’incontro nella sede del Comune potrebbe avvenire presto. Sarebbe un momento per dimostrare che un dialogo concreto tra le istituzioni e le famiglie dei migranti è possibile.

Ramy Elgaml (al centro) e le foto della guerriglia nel quartiere Corvetto di Milano scoppiata a seguito della sua morte
Ramy Elgaml (al centro) e le foto della guerriglia nel quartiere Corvetto di Milano scoppiata a seguito della sua morte

Uno dei rischi, dopo quanto avvenuto lunedì sera al Corvetto, è però che altri quartieri cittadini densamente popolati da giovani di origine straniera si riversino in strada per protestare contro la morta del giovane egiziano. Sala spera che “ciò non avvenga. Il prefetto non mi dà segnali di questo tipo. Ma è ovvio che staremo attenti”. Piantedosi oggi potrebbe confermare quanto preannunciato martedì sera dal questore Bruno Megale: l’arrivo di nuovi agenti a Milano. C’è chi parla di almeno 500 uomini. “Me lo aspetto e spero che siano impiegati nei vari quartieri”, ha commentato il sindaco.

Il ministro e leader della Lega Matteo Salvini, intanto, ha nuovamente affondato il colpo: “Il problema delle baby gang, delle seconde generazioni non integrate, è un’emergenza nazionale”. E il governatore lombardo Attilio Fontana ha fatto un parallelismo con le banlieue parigine: “Ci sono giovani che non si integrano e manifestano la rabbia con forme di ribellione preoccupanti”. E stamattina ha aggiunto: “Sono dell'opinione che bisogna prendere atto di un'incapacità di integrare alcune persone, alcune fasce dell'immigrazione. Fintanto che si cercano di scaricare le responsabilità non si va da nessuna parte. Nessuno fomenta, chi ha fomentato qualcosa? Loro hanno evidentemente deciso questa sorta di ribellione perché evidentemente hanno delle difficoltà ad integrarsi e difficoltà a trovare un equilibrio nelle loro vite".