Spioni informatici, il significato di dossieraggio. E cosa è successo nell'inchiesta?

Cosa dice il vocabolario? Perché è reato e cosa rischia chi lo pratica? Le scoperte e gli sviluppi dell’indagine milanese

Un gigantesco mercato di dati e notizie riservate che finivano in dossier commissionati per acquisire informazioni sui rivali in affari

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Dossieraggio, parola antica non di uso comune, che ciclicamente entra nella storia grigia tendente al nero della nostra Repubblica. Come l’ultima indagine dei pm milanesi. E quindi il dossieraggio cos’è. Secondo il dizionario Garzanti è “la pratica di costruire segretamente dossier contro personaggi noti (dalla politica all’economia, dallo sport e alla cultura) per utilizzarli a scopo di ricatto o di screditamento”.

Il dossier? E’ legale

Partiamo, quindi, da un punto fermo: non è illegale il dossier in sé, ma il modo con il quale si sono apprese le notizie che lo compongono e la correttezza con le quali vorranno essere usate. E’ il dossieraggio ad essere vietato, e quindi illegale, perché comporta la raccolta di dati attraverso fonti o database privati o addirittura della Stato e un utilizzo che va dal ricattatorio al crearsi una posizione dominante in una questione che sia politica o economica.

Il dossieraggio? È reato

Il dossieraggio quindi è un’attività clandestina con lo scopo di una raccolta di informazioni riservate e scottanti su personaggi in vista, da usare in genere a fini di ricatto o illecite. Informazioni contenute in database istituzionali dall’Inps alle banche, dalle società finanziare agli archivi regionali sullo stato di salute. Insomma tutti quei “contenitori” di dati non pubblici che riguardano persone o società ai quali è vietato accedere. Quindi non esiste un dossieraggio legale e uno illegale. Il dossieraggio è sempre e solo illegale

Le accuse dei pm

Le accuse della Procura di Milano sono di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di una serie di reati, fra cui accesso abusivo al sistema telematico, atti di corruzione, intercettazione illecita, detenzione illecita di apparecchi per le intercettazioni.

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Cosa rischiano i ladri?

Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni. La reclusione però può andare fino a dieci anni “se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato, o con abuso della qualità di operatore del sistema”. E se i fatti riguardano sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, la pena è, rispettivamente, da tre a dieci anni e da quattro a dodici anni.

Il dirigente Carmine Gallo
Il dirigente Carmine Gallo

Carta e digitale

Ovviamente il dossier può essere in formato cartaceo o digitale infatti nell'inchiesta sul presunto sistema illecito di dossieraggio risulta sequestrato anche un grande archivio, per lo più cartaceo, nel garage dell'ex super poliziotto Carmine Gallo. Inoltre, tra i vari sequestri messi a segni nell'indagine, risulta un server lituano, mentre resta da valutare se sarà necessaria una rogatoria in Inghilterra, dove si trova una società gemella della Equalize. A questo si aggiunge tutto il materiale informatico sequestrato nelle case, negli uffici degli indagati e delle aziende coinvolte.

Un mercato gigantesco

L'indagine della Dda di Milano e della Dna ha scoperto un gigantesco mercato di informazioni personali e riservate raccolte in modo illecito da banche dati strategiche per l'Italia. Per questo erano stati arruolati ex appartenenti o appartenenti a polizia e Gdf, tecnici informatici e hacker in grado di violare qualsiasi archivio informatico. E non è finita qui: secondo quanto emerge dall’inchiesta in alcuni casi chi rubava i “segreti” o ne permetteva il furto era anche il responsabile della cybersicurezza ovvero colui che era pagato per difendere i dati dai ladri informatici.

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Così lontani, così vicini

Questa forma di spionaggio non richiede vicinanza e nemmeno di mettere le mani fisicamente sul bottino. I lingotti d’oro, ovvero i dati, corrono veloci in rete e superano con infinità facilità i confini nazionali. Infatti le indagini, hanno scoperto a Londra una società clone di quella milanese, la Equalize Ltd. E proprio in Inghilterra agisce, secondo la Dda, un gruppo di “ragazzi”, così chiamati nelle intercettazioni, che si occuperebbe di violare la banca dati Sdi delle forze dell'ordine. Altre basi sarebbero state in Svizzera ma l’inchiesta potrebbe allargare i confini.

Un bottino ricchissimo

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Nell'atto del pm si legge anche che Equalize srl nei primi sette mesi del 2023 avrebbe incassato coi suoi report 763mila euro. E gli investigatori hanno, poi, calcolato con una serie di parametri i presunti incassi per quei servizi di dossieraggio in oltre 2,3 milioni di euro in tre anni, tra 2022 e 2024. Il resto del complessivo incasso di oltre 3,1 milioni arriverebbe da altre quattro società, tra cui la Mercury Advisor.