MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Cosa succede adesso. La linea di Webuild: "Non cambia niente. Avanti con il restyling"

La società: progetto entro giugno, lavori anche all’esterno dell’impianto. I club restano in attesa: i nodi sono i tempi e la capienza durante le opere. Scoglio Olimpiadi 2026 per la riqualificazione: cantiere in due tempi.

Cosa succede adesso. La linea di Webuild:: "Non cambia niente. Avanti con il restyling"

Quale sarà ora il futuro di San Siro? La domanda sorge spontanea, mentre si legge la sentenza del Tar relativa al ricorso del Comune contro il vincolo (annunciato per il 2025) sul secondo anello dello stadio. Una domanda da porgere in primis a Webuild, la società che il sindaco Giuseppe Sala ha incaricato di progettare la ristrutturazione della Scala del calcio senza costringere Milan e Inter a traslocare altrove durante i lavori. Il piano di fattibilità sarà consegnato al Comune e, subito dopo, ai club entro giugno. Il cronoprogramma è confermato, perché da Webuild fanno sapere che la sentenza del Tar non cambia sostanzialmente nulla rispetto al lavoro sul progetto di restyling del Meazza. Il motivo è semplice: Comune e, di conseguenza, Webuild davano per scontato che il Tar avrebbe bocciato la richiesta dell’amministrazione di pronunciarsi subito sul futuro del secondo anello, visto che il vincolo, per legge, può scattare solo nel 2025, quando la seconda fascia delle tribune dello stadio milanese compirà 70 anni, essendo stata completata nel 1955. Quindi le analisi per il piano di riqualificazione di San Siro per creare posti premium e strutture aggiuntive si stanno concentrando su altre parti dell’impianto e dell’area.

All’interno dello stadio, in particolare, i lavori potrebbero puntare sul primo anello, che sarebbe parzialmente rivisto per realizzare un maggior numero di posti premium rispetto agli attuali, poltrone vip e sky lounge che Milan e Inter potrebbero vendere a caso prezzo ad aziende e tifosi facoltosi. All’esterno dello stadio, invece, Webuild potrebbe proporre ai club di realizzare una serie di strutture per l’hospitality pre e post partita, strutture che potrebbero vivere sette giorni su sette, anche quando non ci sono partite: bar, ristoranti, negozi, palestre, hotel. Tutti investimenti capaci di far aumentare gli introiti di Milan e Inter.

Il vero nodo da sciogliere, però, riguarda il mantenimento di una capienza accettabile durante il cantiere e la possibilità per le due squadre di non dover traslocare altrove: un’ipotesi, quest’ultima, che i club hanno scartato fin dall’inizio. Da qui, una volta tramontata l’ipotesi di realizzare un nuovo stadio di fianco al Meazza, i progetti paralleli di realizzare il nuovo impianto del Milan a San Donato Milanese (l’accordo di programma dovrebbe ottenere il via libera della Regione a giugno) e quello dell’Inter a Rozzano (il club nerazzurro ha appena ottenuto la proroga della prelazione sull’area del gruppo Cabassi fino al 31 gennaio 2025). Dall’Inter, inoltre, fanno sapere che determinante per la scelta su nuovo stadio o restyling del vecchio sono i tempi per avere un impianto più moderno. Nella prima opzione, i tempi di costruzione, nel secondo quelli di ristrutturazione, che hanno uno scoglio da superare: le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Per il 6 febbraio 2026 il Meazza dovrà essere perfettamente funzionante e senza cantieri dentro o fuori. Fino ad allora, dunque, gli interventi di restyling potranno essere “soft“. Solo dopo i Giochi potrebbero partire gli interventi “hard“ di riqualificazione.