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Così Città Studi resterà universitaria Ok al patto tra Comune e Statale: residenze, umanisti e biblioteche

Via libera in Giunta e in Cda d’ateneo agli impegni per il quartiere dopo il trasloco al Campus di Mind. Al posto delle facoltà scientifiche arriveranno storia, arte, mediazione linguistica e culturale .

Così Città Studi resterà universitaria Ok al patto tra Comune e Statale: residenze, umanisti e biblioteche

Città Studi resterà un quartiere universitario anche dopo il trasloco delle facoltà scientifiche della Statale al nuovo campus del MIND, sull’ex area Expo, che s’inizierà a costruire entro fine anno e dal 2026 inizierà ad ospitare oltre ventimila persone, di cui diciottomila studenti. Le linee d’indirizzo del protocollo d’intesa tra Comune e università per la riqualificazione del quartiere che è stato "il primo nucleo storico della Statale – ricorda il rettore Elio Franzini – e resterà un asset fondamentale della vita del nostro ateneo" sono state approvate ieri dalla Giunta di Palazzo Marino, per poi passare all’ok del Cda di via Festa del Perdono.

Il documento definisce gli impegni reciproci per il progetto di valorizzazione di Città Studi come hub di servizi universitari e diritto allo studio, formazione terziaria, ricerca e innovazione, all’interno della riorganizzazione complessiva dell’ateneo legata alla nascita del Campus al MIND. Un piano di riutilizzo degli immobili che include la realizzazione di residenze per docenti e studenti, boccata d’ossigeno in un mercato della casa “drogato“ da prezzi degli affitti stellari a Milano. L’operazione, alla quale il Comune ha accordato l’interesse pubblico, punta a garantire la vocazione di Città Studi: il 75% degli edifici che oggi ospitano le facoltà scientifiche della Statale in immobili di proprietà o concessi dal Demanio manterrà una funzione universitaria, il restante 25% sarà destinato "perlopiù ad altre funzioni urbane, sempre connesse all’ambito universitario", spiegano da Palazzo Marino. Gli immobili che saranno riconvertiti si trovano nelle vie Golgi, Venezian, Colombo, Vanvitelli, Balzaretti, Trentacoste, Noto e Ortles; il piano prevede di crearvi strutture didattiche, biblioteche, laboratori di ricerca, "luoghi d’innovazione" oltre alle residenze universitarie, costruendo un "hub della conoscenza" collegato a un Campus umanistico della Statale, che porterà a Città Studi le attività didattiche e scientifiche degli ambiti storico-artistici, della mediazione linguistica e culturale e, in parte, degli ambiti sociali e politici.

Il protocollo è "un nuovo importante passo per un’operazione cui stiamo lavorando da tempo e che nei prossimi anni porterà alla realizzazione di un tassello fondamentale per il riassetto dell’area MIND – commenta l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune Giancarlo Tancredi – senza svuotare di persone e di senso Città Studi".