NICOLA PALMA
Cronaca

Così è stata presa la gang della M5. Il recidivo col cappello da pescatore i controlli in metrò e i profili social

Quattro colpi in poche settimane alle fermate Domodossola e Portello: arrestati cinque nordafricani. Un ventunenne marocchino "tradito" dal berretto, gli altri presunti complici identificati tramite il web.

Così è stata presa la gang della M5. Il recidivo col cappello da pescatore i controlli in metrò e i profili social

I cinque presunti rapinatori sono stati arrestati dagli agenti del commissariato Sempione

Il primo, un ventunenne marocchino, è stato "tradito" da un capo d’abbigliamento particolarmente riconoscibile, un berretto da pescatore; senza contare che qualche giorno dopo è finito in cella dopo aver aggredito una persona sempre per rapina, sferrando due fendenti alla testa e al petto. Gli altri, un connazionale ventenne e tre diciottenni egiziani (di cui uno con 7 alias ospitato in una comunità per stranieri non accompagnati in zona Bicocca), sono stati identificati grazie ai controlli sul territorio (che hanno portato anche a una denuncia per il possesso di una lama di 18 centimetri) e alle immagini postate sui profili social.

Così gli investigatori del commissariato Sempione sono riusciti a individuare alcuni dei componenti della gang che nei mesi scorsi ha colpito in più occasioni sulla M5: a valle dell’attività d’indagine, il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere quattro giovani nordafricani e ai domiciliari un quinto complice ventenne; l’inchiesta è ancora in corso per rintracciare gli altri presunti membri del gruppo, alcuni dei quali potrebbero essere minorenni.

La serie è iniziata alla fine di aprile, quando la banda è entrata in azione alla stazione Domodossola della linea lilla: nel mirino è finito un adolescente, accerchiato e depredato del cellulare; una settimana dopo, uno degli autori del blitz ha restituito lo smartphone al legittimo proprietario dicendogli che non era funzionante, tenendosi però la tessera Atm custodita nella cover. Il 13 maggio, i rapinatori si sono incontrati alla stessa fermata e poi si sono divisi: alcuni hanno puntato una ragazza sulle scale mobili, tentando di strapparle un bracciale e provocandole escoriazioni a un polso; altri hanno derubato della catenina un passeggero a bordo di un treno, per poi scappare alla banchina di Portello. Stesso destino toccato poco dopo a un ottantatreenne, a cui è stata strappata una collana d’oro. Ventiquattro ore dopo, i poliziotti di viale Certosa hanno avviato una serie di servizi di controllo ad hoc, concentrandosi nelle fasce orarie indicate nelle denunce delle vittime: quegli accertamenti si sono rivelati decisivi per incamerare nomi e soprattutto volti. Gli stessi volti immortalati dalle telecamere di videosorveglianza. Gli stessi volti che i rapinati hanno riconosciuto negli album fotografici delle forze dell’ordine.