GIULIA BONEZZI
Cronaca

Così il Pnrr vuole cambiare il modello La Regione stanzia quasi 265 milioni "La casa sia il primo luogo di cura"

L’assessore al Welfare: "Supporteremo le strutture ma puntiamo sull’assistenza domiciliare integrata". L’obiettivo è arrivare a 226mila lombardi in due anni, al via anche la sorveglianza con medici e infermieri.

Così il Pnrr vuole cambiare il modello  La Regione stanzia quasi 265 milioni  "La casa sia il primo luogo di cura"

Così il Pnrr vuole cambiare il modello La Regione stanzia quasi 265 milioni "La casa sia il primo luogo di cura"

di Giulia Bonezzi

"La tragedia che ha colpito Milano", l’incendio in cui sono morti sei ospiti della Casa di riposo per coniugi, "è anche un monito e una sfida che vogliamo raccogliere", chiarisce Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia che intende "diventare leader a livello nazionale" nella "riorganizzazione dell’assistenza agli anziani" messa nero su bianco dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Pnrr, ricorda l’assessore, "prevede un cambio di rotta totale rispetto agli ultimi anni", "vuole andare oltre le Rsa e puntare molto su un’assistenza che deve essere fatta il più possibile a casa, o comunque vicino casa. Credo sia una strategia fondamentale, soprattutto considerando la situazione demografica del nostro Paese".

Che è un Paese in cui nascono "pochi bambini", ricorda l’assessore promettendo per settembre "proposte concrete, non chiacchiere, per agevolare la natalità", e deve occuparsi di un numero sempre crescente di anziani. A parte la definizione anagrafica della categoria ("Over 65 - sorride Bertolaso che ha 73 anni - mi sembra francamente esagerato, io farei dai 75 in su"), l’assessore sposa in toto la linea del Pnrr: "Intendiamo supportare le Rsa che esistono e corrispondono agli standard di sicurezza e assistenza definiti a livello nazionale, ma da oggi abbiamo intenzione di puntare moltissimo su un nuovo modo di assistere. L’assistenza domiciliare integrata (Adi, ndr) e le residenze aperte sono i pilastri della nostra idea di supporto agli anziani, pensiamo anche di creare nuove figure professionali".

Così, ieri, Bertolaso ha presentato due delibere con cui la Giunta lombarda ha stanziato in tutto 264,7 milioni di euro (197,6 attinti ai fondi "cospicui" del Pnrr più 67,1 milioni di risorse già assegnate col dl 34 del 2020 per assumere infermieri nelle Case di comunità e potenziare l’Adi) sull’obiettivo, fissato dal Pnrr, di arrivare al 10% della popolazione over 65 assistita con cure a domicilio entro il 2026.

Il che, guardando alla media italiana ad oggi inferiore al 5%, significa raddoppiare. Guardando invece alla Lombardia, che ha 2 milioni 304.174 di ultrasessantacinquenni residenti, significa arrivare "a prendere in carico a domicilio quasi 226 mila anziani entro il 2025". Cioè 134 mila in più rispetto ai 92 mila che risultavano nel 2019, base di calcolo del Pnrr; ad oggi, 85 mila in più dei 141 mila ai quali si è arrivati nel 2022. I fondi saranno distribuiti tra le otto Ats lombarde e le 27 Asst, e serviranno ad incrementare le cure domiciliari attraverso "contratti, convenzioni, accordi e contributi alle strutture pubbliche e private" che garantiscono l’Adi, ma anche ad avviare un progetto di "sorveglianza domiciliare con il coinvolgimento dei medici di famiglia e degli infermieri di famiglia e comunità (Ifec, ndr)" acquartierati nelle Case di comunità.

In particolare, per aumentare gli assistiti in Adi saranno appostati 132,6 milioni in tre anni (65,1 sul 2023, da spendere però anche sull’anno prossimo dati i tempi di attivazione dei contratti, 54,7 sul 2024 e 12,8 sul 2025). "Allo stesso tempo – ha spiegato l’assessore – vogliamo migliorare le attività delle Case di comunità e dei medici di famiglia", che "conoscono i loro assistiti e sanno che vi sono situazioni di disagio che possono diventare estremamente severe". Al progetto di sorveglianza domiciliare saranno destinati 30 milioni (14,2 quest’anno, 15,4 il prossimo, 400 mila euro nel 2025) più altri 34,7 milioni (17,7 nel 2023, 11,4 nel 2024, 5,6 nel ’25) in beni e servizi inclusi camici, noleggi di auto e carburante, per un totale di oltre 60 milioni finalizzati ad attivare "monitoraggi quindicinali" per un target di anziani in situazioni "borderline, che oggi vengono seguiti solo a livello ambulatoriale, costringendo le famiglie ad andare nelle strutture. Le strutture, invece, vogliamo portarle a casa". E i provvedimenti di ieri sono "solo la prima parte – assicura Bertolaso – . Stiamo lavorando anche ad altre iniziative, in linea con la legge quadro sugli anziani (la 33 del 2023, varata a maggio, ndr) di cui attendiamo le linee guida. Puntiamo a rendere la casa primo luogo di cura".

Intanto, sempre ieri, la Regione ha stanziato altri 947.504 euro per contributi economici da destinare a persone con disabilità dai 10 ai 64 anni che vogliono praticare sport a livello amatoriale. La Lombardia, hanno sottolineato Bertolaso, l’assessora alla Famiglia Elena Lucchini e la sottosegretaria con delega allo Sport Lara Magoni, è la prima Regione italiana ad applicare questo provvedimento finanziato con un decreto ministeriale dell’agosto 2022.