
Niccolò Iannetti del Bar Radeztky
Milano - "Con l’obbligo di liberare i tavoli dei dehors da mezzanotte corso Garibaldi rischia di scomparire dai radar della movida, diventando simbolo della “Milano da dormire”". L’allarme è di Niccolò Iannetti, responsabile di Radetzky Cafè di corso Garibaldi e figlio del titolare Vincenzo che l’ha aperto nel 1988. Tra i 14 gestori del tratto tra via Moscova, largo La Foppa e via Marsala e i residenti del civico 104 c’è aria di tempesta da tempo. L’ultimo atto risale a due giorni fa. Un’ordinanza cautelare del Consiglio di Stato ha negato ai commercianti lo stop temporaneo alla sentenza del Tar che ha imposto un giro di vite anti-rumore. A giugno 2021 era scattata un’ordinanza più restrittiva, rispetto a una precedente ordinanza del novembre del 2019, che ha esteso all’intera settimana – e non solo al weekend – la chiusura dei dehors dalle 24 e anticipato il divieto di asporto alcolico alle 22: secondo i giudici di Palazzo Spada, questo provvedimento "parrebbe realizzare un equo e ragionevole equilibrio tra i contrapposti interessi". Da Radetzsky, però, non la pensano così.
Cos’è che non torna?
"Per noi la misura più penalizzante, più che lo stop all’asporto dalle 22, è la chiusura del plateatico dalle 24: nel periodo estivo, due ore in meno di attività fuori si traducono in una perdita di fatturato fra 20% e 30%. I clienti dopo aver pagato il parcheggio non accettano l’idea di sgomberare i tavolini all’ora di Cenerentola. Molti non prendono in considerazione l’idea di trasferirsi all’interno per il rischio contagi, senza contare che abbiamo limiti di capienza. Se non arriverà una nuova decisione, il popolo della movida finirà per snobbare corso Garibaldi, puntando verso altri lidi".
Gli abitanti in zona hanno diritto al riposo.
"Nessuno nega il rumore, ma si verifica anche in altri quartieri: perché le limitazioni valgono solo in corso Garibaldi?".
Altre soluzioni?
"Un presidio fisso delle forze dell’ordine fungerebbe da deterrente per la malamovida, che non è generata dagli avventori dei locali ma da un’utenza di passaggio che viene in zona per consumare bottiglie acquistate altrove. Sulle prossime mosse i nostri avvocati sono al lavoro. Credo si possa arrivare a una mediazione che vada bene per tutti. Chiediamo un incontro urgente col sindaco Sala: abbiamo il diritto di essere coinvolti in scelte che riguardano noi e i nostri dipendenti. Solo al Radetzky sono 25".