NICOLA PALMA
Cronaca

“Così proteggiamo i suoi soldi”. La trappola del finto capitano dei carabinieri: anziano gli manda 95mila euro

Il truffatore ha convinto un avvocato in pensione di 82 anni a effettuare cinque bonifici: “Il denaro è in pericolo, lo deve trasferire su questo conto”. Scatta l’inchiesta dei (veri) militari.

"Così proteggiamo i suoi soldi". La trappola del finto capitano: anziano gli manda 95mila euro

L’ex avvocato di 82 anni è stato contattato da un fantomatico militare di via Moscova ed è stato truffato

Milano, 27 luglio 2024 – Una nuova modalità di truffa meno rischiosa per chi la mette in pratica: nessun contatto fisico col derubato, nessun operativo da inviare sotto casa per prendere in consegna contanti e preziosi. Una nuova modalità di truffa allo stesso tempo più subdola per chi la subisce, che si ritrova a parlare con un unico interlocutore e che di conseguenza ha meno possibilità di trovare aiuto. Nella trappola degli imbroglioni seriali è cascato martedì mattina un ex avvocato in pensione di 82 anni, residente in una zona centrale della città.

Stando a quanto appreso dal Giorno, l’anziano ha ricevuto una telefonata da un uomo che si è spacciato per un capitano della caserma Ugolini di via Moscova. Il fantomatico militare gli ha detto che i soldi che teneva in banca erano in pericolo e che andavano preservati. Il modo? Trasferirli dal suo conto corrente a un altro più sicuro, indicato proprio dal finto carabiniere.

L’ex avvocato si è fidato, rassicurato dalla voce che credeva amica e preoccupato per il destino dei risparmi di una vita. Così ha effettuato cinque bonifici, spostando denaro per 95mila euro. Fatta l’operazione, il misterioso interlocutore si è volatilizzato. Giovedì, forse messo in guardia da qualche familiare, il pensionato si è reso conto che i soldi erano letteralmente spariti nel nulla.

A quel punto, non gli è rimasto altro da fare che presentare denuncia ai carabinieri della Compagnia Duomo, che hanno avviato gli accertamenti investigativi per cercare di ritrovare i quattrini e identificare i truffatori. Un compito tutt’altro che semplice, anche perché gli elementi di partenza non sono molti: niente immagini di telecamere da passare al setaccio per trovare la sagoma giusta; niente celle telefoniche da scandagliare per individuare il cellulare del ladro.

L’inchiesta si concentrerà con ogni probabilità sul numero di conto inviato all’ex avvocato, con il fondato sospetto che il denaro sia già stato ritirato. In casi come questo, i consigli delle forze dell’ordine sono sempre gli stessi. Il primo: diffidare da chi si presenta come esponente dell’Arma per chiedere di consegnare o movimentare denaro. Il secondo: contattare immediatamente il 112 per segnalare l’accaduto.

Un ruolo determinante può essere giocato anche dagli impiegati degli istituti di credito, che possono aiutare le vittime a smascherare i truffatori. È accaduto mercoledì mattina a Paderno Dugnano: gli sportellisti di una banca di piazza della Resistenza hanno evitato che una cinquantottenne, contattata da un numero apparentemente riconducibile alla Questura di Monza, facesse un bonifico da 25mila euro per mettere al riparo i soldi da un inesistente tentativo di frode. E lo stesso era capitato il 26 giugno, quando una dipendente della filiale Intesa di viale Gran Sasso aveva sventato un raggiro ai danni di una cinquantaseienne residente in zona Loreto, che si era presentata in banca per prelevare i 5mila euro necessari per tirare fuori il marito dai guai. In quell’occasione, i militari del Radiomobile avevano arrestato in flagrante l’operativo, il ventiquattrenne Vincenzo E.