
I sanitari non hanno mai “mollato“ la mascherina, che resta obbligatoria dove ci sono pazienti particolarmente fragili
Una settimana cominciata con 650 contagiati dal Covid-19 in ventiquattr’ore difficilmente poteva concludersi in maniera diversa: l’ultimo bollettino del Ministero della Salute certifica 2.280 nuovi casi tra il 24 e il 30 agosto in Lombardia. In aumento del 30% dalla settimana precedente, quando erano già più che raddoppiati rispetto a quella di Ferragosto; in linea col + 28% registrato a livello nazionale e con un’identica crescita del tasso di positività dei tamponi (dal 9,2 al 10,5%). Sono numeri che la Lombardia non li registrava dalla prima metà di maggio, ma l’inversione dal calo estivo è cominciata da un mese ed era ampiamente attesa, alla quarta fine estate pandemica che, come le precedenti, segna un rimbalzo con i rientri dalle vacanze.
E però l’autunno con i suoi virus è alle porte, ha ricordato l’assessorato al Welfare della Regione, rinfrescando, con una nota alle Ats, alle Asst e agli Irccs, le ultime novità sulle misure di protezione nelle strutture di ricovero, come ospedali e Rsa: le sole in cui permanga un qualche obbligo di mascherina o d’isolamento, decaduto anche per i positivi domestici da inizio agosto.
“Il Covid grazie a vaccini e cure convive con noi senza provocare i danni dei primi anni – sottolinea l’assessore Guido Bertolaso –. Ma per alcune categorie di pazienti, come gli immunodepressi e i fragili, può ancora costituire un pericolo di vita". La circolare ribadisce che i positivi "non devono assolutamente entrare in contatto con i pazienti fragili e frequentare gli ospedali", o le altre strutture di ricovero come le Rsa che devono continuare a "garantire l’isolamento per eventuali pazienti positivi a Sars-CoV-2".
L’aggiornamento dettaglia quando e chi sottoporre a tampone, in pronto soccorso e anche senza sintomi Covid-simili all’ingresso in reparti con ricoverati a rischio. Ricorda che le mascherine restano obbligatorie per lavoratori, pazienti e visitatori dove ci sono ospiti "fragili, anziani o immunodepressi" ma concede alle direzioni sanitarie di estendere l’obbligo ad altri reparti e sale d’attesa e le "raccomanda" in pronto soccorso e negli ambulatori dedicati ai pazienti a rischio.
L’accesso ai caregiver, sottolinea la circolare, dev’essere "garantito" (purché indossino sempre la Ffp2); se un paziente è positivo potranno continuare ad assisterlo (con le protezioni degli infermieri), ma solo se è minorenne, partoriente o in fin di vita. Non cambiano le regole per gli operatori sanitari, che se hanno il Covid "non devono avere contatti con pazienti né con i colleghi"; se hanno avuto contatti con chi ce l’ha si raccomanda "di mantenere" i cinque giorni d’autosorveglianza con tamponi quotidiani. Infine il Welfare richiama "l’importanza di segnalare tempestivamente" alle Ats "la presenza di focolai, anche al fine di attivare approfondimenti tramite sequenziamento genomico".