Milano, 2 dicembre 2023 – J.M. entra nel centro di via Corelli a metà settembre 2022: la visita preliminare ne ha decretato l’idoneità "alla vita in strutture comuni ovvero in comunità ristretta".
Il dossier
Stando alla documentazione medica acquisita dal Naga e contenuta nel report sulla struttura per i rimpatri realizzato con gli attivisti di "Mai più lager-No ai Cpr", il 7 ottobre si procura tagli alle braccia. Il giorno dopo, viene accompagnato in pronto soccorso per dolori alla testa: la Tac indica un "fortemente sospetto adenoma ipofisario da approfondire", un tumore benigno dell’ipofisi, ghiandola endocrina all’interno del cranio.
Tre giorni dopo, J.M. viene dichiarato inidoneo: in un referto di un ospedale milanese, si legge che l’uomo "versa in gravi condizioni derivanti da severa patologia cronica, tale da determinare un rilevante pregiudizio alla sua salute in caso di rientro nel suo Paese di origine". Tradotto: è inidoneo pure al rimpatrio. Oggi J.M. ha avviato le pratiche per ottenere un permesso di soggiorno per motivi di salute. Il suo è uno dei casi finiti nel dossier presentato un mese fa dall’associazione che fornisce assistenza sanitaria e legale agli stranieri. Un caso citato anche nel decreto di ispezione della Procura sulla gestione del Cpr da parte della società Martinina.
Le carenze denunciate
Il documento di 222 pagine, intitolato "Al di là di quella porta", riassume "un anno di osservazione dal buco della serratura del centro di permanenza per il rimpatrio di Milano". L’associazione evidenzia in primo luogo le presunte discrepanze tra quanto dichiarato dal gestore nell’offerta tecnica alla base dell’aggiudicazione dell’appalto e la quotidianità all’interno della struttura in zona Ortica. Una distanza tra teoria e pratica che emergerebbe, anche secondo una sentenza, nel caso di un ragazzo che ha accusato "più volte attacchi di panico nel corso del periodo di trattenimento", curati con una terapia farmacologica.
All’epoca, il medico consigliò una visita psicologica, che per i suoi legali non fu mai programmata: "Il trattenimento – scrive il giudice – comporta una compromissione incrementale della salute psicofisica, per il sostegno della quale non è offerta alcuna specifica assistenza".
Farmaci e ferite autoinferte
E ancora: nella relazione si parla di dosi massicce di Rivotril e Valium, continui atti di autolesionismo e problemi dentali curati dagli specialisti di una onlus esterna. Una parte è dedicata ai ritardi nella restituzione di somme di denaro inviate al centro dai parenti dei trattenuti e reclamate al termine del periodo al Cpr (per rimpatrio o per "rilascio" per scadenza dei termini) perché non utilizzate dai destinatari: il Naga sostiene che più volte i soldi sarebbero stati resi solo dopo le mail di segnalazione al Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.
Intossicazioni alimentari
E passiamo al capitolo ristorazione. Martinina assicura nell’offerta tecnica "prodotti e materie di prima qualità proveniente da produzione biologica", ma le notizie che arrivano dagli ospiti fotografano tutt’altra situazione: il 31 maggio, un video pubblicato sulla pagina Facebook di "Mai più lager" mostra vermi nel cibo; il 29 agosto, sullo stesso profilo compare un post che parla di "32 intossicati in un giorno".
Criticità anche sul fronte della potabilità dell’acqua, evidenziate già nel 2022 dall’ex senatore Gregorio De Falco: a domanda precisa, il direttore del centro Alessandro Forlenza (uno dei due indagati) spiegò al parlamentare in visita che un sopralluogo del "Genio Civile" aveva rassicurato tutti.