GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

È accusato del crac del Casinò di Campione, ma la Regione lo mette nel Cda di Aria: chi è Marco Ambrosini

I pubblici ministeri contro l’ex manager della sala in bancarotta, ora nel board della Spa che fornisce servizi a Regione Lombardia. Il Partito democratico: “Fontana revochi la nomina”

Marco Ambrosini

“Quale amministratore unico di Casinò di Campione Spa" ne "dissipava il patrimonio attraverso operazioni economiche incoerenti con l’interesse e/o oggetto sociale di Casinò di Campione Spa". Questa è l’accusa con la quale Antonia Pavan, pubblico ministero della procura di Como, ha chiesto il rinvio a giudizio di Marco Ambrosini, il manager che dal 2017 al 2023 ha guidato la sala d’azzardo poi finita in bancarotta.

Si tratta di un’ipotesi di reato, di un’accusa, fino ad oggi Ambrosini è stato solo indagato e la richiesta di rinvio a giudizio, al momento, è rimasta tale. Ma è un’accusa, quella di aver dissipato il patrimonio del Casinò di Campione, che adesso fa particolare specie, che adesso suscita particolare eco anche al Pirellone e pone una questione di opportunità politica tutta interna alla Giunta regionale presieduta da Attilio Fontana: solo mercoledì, solo l’altroieri, Ambrosini è stato infatti nominato dall’esecutivo lombardo nel Consiglio d’amministrazione di Aria Spa, la società controllata che fa da Centrale acquisti della Regione, oltre a dover progettare e sviluppare i software per la gestione del sistema regionale.

Un’accusa che si aggiunge ai 218mila euro che lo stesso Ambrosini, in tutt’altro filone della vicenda Campione, è stato chiamato a restituire al Casinò di Campione per i compensi ricevuti dal 2020 al 2023, compensi ai quali non avrebbe avuto diritto essendo andato in pensione nel 2018. Da pensionato non avrebbe potuto percepire nulla di più di un rimborso spese.

La nomina a consigliere d’amministrazione rappresenterebbe, tra l’altro, solo il primo tempo del disegno che lo ha portato nel board di Aria: secondo indiscrezioni Ambrosini sarebbe infatti destinato a diventare presidente della controllata. Un disegno a guida Fratelli d’Italia, se è vero che a volere l’ex amministratore del Casinò di Campione è stato Alessio Butti, comasco, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, che ha già voluto lo stesso Ambrosini nel Dipartimento di Palazzo Chigi per la Transizione Digitale.

Il Pd lombardo chiede la revoca della nomina: "Su Aria Spa la Giunta Fontana ha scelto ancora una volta di seguire logiche spartitorie, con la netta vittoria di Fratelli d’Italia, che ha sempre avuto un feudo in Lombardia Informatica, una delle società fuse in Aria, e continuerà ad averlo – sottolineano Pierfrancesco Majorino e Pietro Bussolati, capogruppo e consigliere regionale dei Dem –. In questo modo la testa della società rimarrà a Paternò, città di provenienza della famiglia La Russa, con buona pace dell’assessore Guido Bertolaso. Poi c’è una questione di metodo. Fontana e la sua Giunta nominano e designano come presidente di una società pubblica una persona su cui pesa il coinvolgimento nella vicenda giudiziaria per il dissesto del Casinò di Campione, di cui al tempo era amministratore unico. Quella nomina va ritirata. Davvero non c’era una persona più adeguata a guidare Aria? La destra sceglie sempre il criterio della vicinanza politica, mai quello del merito e dell’opportunità. In sede di bilancio proporremo nuovamente di cambiare le norme sulle nomine perché nelle partecipate ci sia qualità e una validazione dei curricula idonei secondo criteri di merito e di metodo".