
Lo chef Carlo Cracco, 59 anni
Lui prova a buttarla sul ridere: "Non offriamo pasti sospesi, ma tanta pubblicità gratuita quella sì". Loro non ci stanno e rincarando la dose: "Ridicolizza il problema e minimizza la gravità della situazione". Nuovo capitolo dello scontro fra Carlo Cracco e gli attivisti di Ultima Generazione, stavolta solo virtuale dopo i tre blitz nel giro di una settimana nel ristorante in Galleria del noto chef. Ieri su Instagram, sul profilo personale e su quello del ristorante, Cracco ha pubblicato una storia che recitava così: "Per chi viene da noi, non offriamo pasti sospesi, ma tanta pubblicità gratuita quella sì". Un post asciutto, in bianco su sfondo nero, senza immagini né emoticon. Ma con una postilla tra parentesi: "Gratuita per il momento". Ironia sì, ma fino a un certo punto, perché tre assalti in pochi giorni sono duri da digerire e allora lo chef/imprenditore lascia intendere che queste azioni non resteranno senza risposta. E se non queste, eventuali nuove dimostrazioni. Cracco, individuato come simbolo del lusso e dell’opulenza frutto di "un sistema che permette a pochi di banchettare mentre molti non riescono a riempire il carrello della spesa", come da denuncia di Ultima Generazione, pare intenzionato a passare alle vie legali. Ma gli attivisti, che tra l’altro hanno denunciato lo chef per il furto di un cellulare a una delle ragazze protagoniste del raid, rincarano la dose. "Ironizza sul ‘pasto sospeso’? È significativo che scelga di scherzarci su, perché questa è la strategia tipica di chi detiene potere: ridicolizzare e sminuire per evitare un confronto serio. Il nostro tentativo è quello di portare alla cronaca un tema che altrimenti resterebbe assente. E Cracco, invece di cogliere l’occasione per essere una piattaforma e un trampolino per un dibattito importante, decide di ridicolizzare il problema e sminuire la gravità della situazione". Michele Mezzanzanica