LAURA LANA
Cronaca

Crisi Siae e Sm Optics, l’appello dei lavoratori di Cologno al Governo: “Intervenga prima che sia troppo tardi”

Il 16 marzo scade il contratto di solidarietà. Per definire il piano industriale e avviare il confronto il tempo stringe

Il corteo di protesta a Cologno

Il corteo di protesta a Cologno

Cologno Monzese (Milano) – Un intervento pubblico veloce. Chiedono questo lavoratori e sindacati al Governo, dopo i documenti di sostegno alla vertenza Siae, approvati all’unanimità nei giorni scorsi dal consiglio comunale e regionale. “Abbiamo tempo fino al 16 marzo, che coincide con la scadenza del contratto di solidarietà, per definire un assetto societario che rilanci il gruppo alla vigilia di temi importanti come il 5G e l’introduzione dell’intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro – spiega Ivan Comotti della Fiom regionale –. Per definire il piano industriale e avviare il confronto abbiamo 6 mesi: il tempo stringe”.

Ivan Comotti
Ivan Comotti

Dopo l’incontro al Pirellone, si andrà ora al ministero “per indicare le scelte strategiche”. Intanto, nel polo di via Buonarroti la situazione è critica. “Gli stipendi di agosto sono stati saldati a fine settembre – fa sapere Mauro Piersante, Rsu Siae –. Siamo 560 lavoratori, che negli ultimi decenni hanno contribuito a far crescere questa azienda fino ai massimi livelli produttivi. Abbiamo lavorato a turni, di notte, il sabato e la domenica, non ci siamo fermati nemmeno durante il Covid. Ora 140 di noi sono diventati esuberi, inutili”.

Mauro Piersante
Mauro Piersante

Non va meglio nella controllata Sm Optics, 223 dipendenti che si occupano di servizi di ricerca e sviluppo e di attività di assistenza tecnica nelle tecnologie ottiche. “Eravamo la Silicon Valley italiana nel 2003. Dopo 10 anni ci ritroviamo tra ricorsi ripetuti agli ammortizzatori sociali, stipendi con quasi un mese di ritardo e la mancata erogazione del welfare e del fondo Cometa – racconta Elena Pozzoli, Rsu Sm –. Da oltre un anno si parla della cessione di un ramo d’azienda, con un risultato a oggi ancora ignoto”. Se dovesse andare a buon fine la vendita ai francesi, con la fuoriuscita di 100 addetti, si scongiurerebbe il licenziamento collettivo: la società ha dichiarato dai 60 ai 90 esuberi. “La vertenza Siae è una questione di interesse pubblico – rimarca Pozzoli –. Siae è eredità di tutti: è un marchio storico di interesse nazionale, come riconosciuto recentemente dal ministero del Made in Italy, e non possiamo assistere a processi di svuotamento”.

Elena Pozzoli
Elena Pozzoli

Già nel 2003 erano stati salvati 250 posti di lavoro, ricorda Mario Bresciani, lavoratore di Sm. “Quell’operazione ha avuto senso per tutto il Paese per il contributo alla ricerca e alla produzione per gli apparati di reti ottiche che quotidianamente usiamo per lavorare da remoto, per i giochi, lo streaming, la trasmissione di voci. Siamo aziende strategiche: queste competenze non vanno perse per noi oggi, ma anche per le prossime generazioni di tecnici che rischiano di emigrare all’estero dove sono accolti a braccia aperte”.

Mauro Bresciani
Mauro Bresciani