Cristina Mazzotti rapita e uccisa nel 1975: chiuse le indagini, 4 gli accusati

Il caso del primo rapimento dell'Anonima sequestri nel Nord Italia era stato riaperto in quanto non c'è prescrizione per l'omicidio volontario aggravato

Cristina Mazzotti

Cristina Mazzotti

Milano - La Procura di Milano ha chiuso l'ultima inchiesta sul sequestro e l'omicidio della 18enne Cristina Mazzotti, la prima donna a essere rapita nel 1975 dall'Anonima sequestri al Nord Italia. L'avviso di chiusura delle indagini con l'accusa di concorso in omicidio volontario aggravato dalla crudeltà è stato notificato a Demetrio Latella, Giuseppe Calabrò, Antonio Talia e Giuseppe Morabito.

Secondo le indagini della Squadra mobile, coordinate dal pm Stefano Civardi, "con apporti causali anche distinti ma comunque convergenti e in attuazione di un comune progetto criminose" avrebbero rapito Mazzotti a Eupilio, in provincia di Como. La giovane segregata per un mese in una buca a Castelletto Ticino (Novara) era stata imbottita di psicofarmaci fino a farla morire. Il boss 78enne Giuseppe Morabito, quale ideatore del rapimento, è il nuovo nome che compare nell'avviso di chiusura della terza inchiesta - che prelude a una richiesta di processo - condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dal pm della dda milanese Stefano Civardi. Nell'atto non c'è invece Antonio Romeo, originariamente iscritto nel registro degli indagati: la sua posizione è stata stralciata, probabilmente per una richiesta di archiviazione.

Le indagini erano state riaperte dalla Dea di Milano sulla base di una sentenza delle sezioni unite della Cassazione che ha stabilito che non c'è prescrizione per l'omicidio volontario aggravato.