Da sempre quello di Morgantina, in provincia di Enna, è considerato un caso più unico che raro, soprattutto in Sicilia: si tratta, infatti, di una città abbandonata nel primo secolo dopo Cristo e rimasta intatta nei secoli, una città arrivata fino ai giorni nostri senza le interferenze del tempo di mezzo. Ed è proprio per questo motivo che l’omonimo parco archeologico e il museo di Aidone che, insieme, racchiudono e raccontano la storia dell’antichissima città, i suoi resti e le sue bellezze, sono ritenuti, una volta di più, un caso più unico che raro. Ora, però, i motivi di unicità potrebbero diventare due: il parco archeologico e il museo, infatti, risultano del tutti inaccessibili alle persone con disabilità, a dispetto delle convenzioni internazionali, delle leggi comunitarie e di quelle nazionali che, in modo concentrico, affermano e tutelano l’universalità del diritto di accedere ai luoghi della cultura.
A denunciare lo stato in cui versano il parco di Morgantina e il museo di Aidone sono le associazioni Famiglie Disabili Lombarde, presieduta da Mariella Meli, e Duni (Diversamente Uniti Noi Insieme), presieduta da Ornella Giustra, che hanno scritto una lettera al dirigente del parco archeologico, agli assessori regionali siciliani responsabili per i Beni culturali e le Politiche sociali nonché al sindaco di Aindone. Una lettera nella quale chiedono di " intervenire con urgenza, ognuno per propria competenza, affinché tutti possano effettuare la loro visita culturale nell’area archeologica e del Museo di Aidone senza inciampare in ostacoli insormontabili che discriminano le persone per la loro disabilità". Nel dettaglio, lòe questione sono due: "Il malfunzionamento dell’ascensore del Museo di Aidone e le barriere architettoniche nell’area archeologica di Morgantina".
L’ascensore è fuori uso o funziona a intermittenza ormai da anni e questo, scrivono le due associazioni, "non permette alle persone con disabilità motoria di poterne visitare il primo piano". Quanto all’area archeologica i problemi riguardano "la presenza di percorsi di collegamento quasi sempre percorribili solo a piedi, con forti dislivelli". Eppure "basterebbero semplici accorgimenti per migliorare sensibilmente l’accessibilità" scrivono le associazioni, senza tralasciare di elencarli: "Predisporre, là dove non sia proprio possibile raggiungere il luogo d’interesse da vicino, dei balconi sopraelevati come punti panoramici nei quali fissare cartelli esplicativi che consentano di farsi un’idea dell’intera zona. Realizzare vialetti o passerelle con un fondo liscio e complanare, evitando – a differenze di quanto avviene oggi – ghiaia, acciottolati o prati armati. Realizzare spazi di riposo con panchine ombreggiate da alberi o tettoie non invasive. Realizzare corrimano nei punti più ripidi per raggiungere il teatro". "Basterebbe poco – concludono le associazioni – per avere un risultato incommensurabile".