NICOLA PALMA
Cronaca

La “Bionda” che teneva la cassa dei narcos: “Con Luca Lucci incassati 2,7 milioni in 6 mesi”

Era nel cerchio magico del “Toro” della Curva Sud. Ai domiciliari la quarantaduenne Roberta Grassi: “Costantamente a disposizione del capo”. Già perquisita nel blitz sulle curve, fu daspata per un anno

Roberta Grassi, 44 anni, ai domiciliari per favoreggiamento a Luca Lucci

Roberta Grassi, 44 anni, ai domiciliari per favoreggiamento a Luca Lucci

MILANO – Il suo nickname su SkyEcc era “Bionda”. Secondo le indagini, Roberta Grassi era la donna di fiducia di Luca Lucci: a lei avrebbe affidato tutti i soldi incassati dalla vendita all’ingrosso delle partite di hashish. È lei, ad esempio, a recarsi il 16 dicembre 2020 a casa del cliente Costantino Grifa – già arrestato dagli agenti della Squadra mobile nel 2016 insieme a Cristian Panaia con 27 chili di cocaina, 9 fucili rubati e 54mila euro – per prendere in consegna 78mila euro: “Arriverà una ragazza bionda con la A1 bianca”.

Dopo aver concordato l’appuntamento, il “Toro” scrive alla quarantaquattrenne che vive in uno stabile in zona San Siro (lo stesso in cui aveva sede l’Associazione 1899 degli ultrà del Milan): “Come va?”, scrive Lucci. “14 minuti dovrei essere là”, risponde Grassi, facendo riferimento alla residenza di Grifa a Zibido San Giacomo. “Ok”, chiosa Lucci. Che poco dopo riceve il messaggio di conferma: “Fatto”. Nell’ordinanza di custodia cautelare che lunedì ha messo ai domiciliari la donna con l’accusa di favoreggiamento reale, il giudice Luigi Iannelli ha scritto che l’analisi delle chat criptate ha “rivelato come Grassi fosse stabilmente a disposizione di Lucci per la custodia e soprattutto l’occultamento delle somme di denaro contante rivenienti dalle cessioni operate da quest’ultimo”.

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Una figura fondamentale, secondo gli investigatori dello Scico e della Finanza di Pavia. Un punto di riferimento irrinunciabile per il “Toro”, se è vero che le indagini hanno accertato che dalle mani della “Bionda” sarebbero transitati tutti i 2,7 milioni di euro ricavati tra il 10 settembre 2020 e il 3 marzo 2021 dalla cessione di centinaia di chili di “fumo” importato dal Nordafrica.

Il gip ha motivato così le esigenze cautelari nei suoi confronti: “La riscontrata e sistematica disponibilità a “imboscare” denaro contante per conto di Lucci costituisce un allarmante indice di concreto e attuale rischio di inquinamento probatorio”. Il nome di Grassi era emerso già nel blitz “Doppia curva” della Squadra mobile che ha smantellato il 30 settembre i direttivi delle Curve Nord e Sud di San Siro, anche se in quel caso la quarantaduenne era stata solo perquisita (da non indagata). Tuttavia, nelle carte emergeva già il suo ruolo da contabile dei traffici del secondo anello blu, sostanzialmente identico a quello ricoperto sulla sponda nerazzurra da Debora Turiello.

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Anche gli atti di quell’inchiesta raccontavano che Grassi, daspata per un anno a seguito degli scontri seguiti alla finale di Coppa Italia tra Milan e Juventus del 21 maggio 2016, parlava direttamente con Lucci per questioni legate ai tagliandi dello stadio. Due, in particolare, gli episodi ricostruiti nelle carte. Il 6 maggio 2023, la donna si piazzò con due tavolini fuori da un bar di piazza Axum, a due passi dal Meazza, per rivendere biglietti a persone già indicate con nome e cognome su un foglietto di carta. Qualche mese dopo, il 7 novembre 2023, dopo aver ceduto pure il suo ticket per il match di Champions League Milan-Paris Saint Germain, provò a entrare allo stadio senza titolo con Daniele Cataldo, altro fedelissimo del “Toro” arrestato qualche settimana fa per il tentato omicidio di Enzo Anghinelli. Allo steward che la fermò, rispose spavalda: “Vuoi vedere che è più facile se vai via tu?”. Il giorno dopo, il padre commentò così: “Un po’ prepotentina... come una che è proprietaria di un pezzo di San Siro”.