LAURA LANA
Cronaca

Cusano e la Torre dell’Acquedotto. Apertura di un gioiello da salvare

Per l’occasione delle Giornate Fai allestita una mostra all’interno del sito storico risalente al 1900. Dal monumento per Buffoli, papà del Milanino, la partenza dei gruppi alla scoperta della Città Giardino.

Per l’occasione delle Giornate Fai allestita una mostra all’interno del sito storico risalente al 1900. Dal monumento per Buffoli, papà del Milanino, la partenza dei gruppi alla scoperta della Città Giardino.

Per l’occasione delle Giornate Fai allestita una mostra all’interno del sito storico risalente al 1900. Dal monumento per Buffoli, papà del Milanino, la partenza dei gruppi alla scoperta della Città Giardino.

Il raduno è davanti al monumento dedicato Luigi Buffoli, il papà del Milanino. Lì c’è il gazebo del Fai e da lì partono tutti i numerosi gruppi che, uno dietro l’altro, partono alla scoperta di quella che è stata la prima Città Giardino d’Italia. "È stato più di un cooperatore. Un grande innovatore, con una visione moderna. Basti pensare che, nonostante esistesse già un collegamento col treno verso Milano, aveva immaginato una linea sopraelevata elettrica fino al Sempione - racconta la guida del Fondo Ambiente Italia -. Nel 1914 Buffoli muore, poi scoppia la prima guerra mondiale e il progetto si blocca, ma era già stata inaugurata una nuova linea autobus perché il trasporto esistente non era più sufficiente". Al Milanino nascono le ville che ancora oggi si possono ammirare nelle vie che portano i nomi di fiori e alberi.

"Le case dovevano essere massimo su due piani e in grandi viali alberati, che potessero fiorire ogni periodo dell’anno. La cooperativa garantiva il sistema elettrico, qualcosa di inedito per l’epoca. Ogni famiglia aveva un pozzo e un orto. In questo modo, nonostante la guerra, le condizioni di vita non furono mai di totale povertà". Villette e dimore dai frontespizi decorati vendute alla medio alta borghesia. Ma il Milanino non è stato solo un quartiere per ricchi. "Questo lotto serve a Buffoli per poter finanziare la dotazione di tutti gli altri servizi, affitti calmierati e a riscatto per la fascia di popolazione che non avrebbe potuto comprare un terreno. L’obiettivo era dare un alloggio decente e salubre fuori Milano". Nel 1923 la cooperativa è costretta a vendere tutto a una nuova realtà "che continuerà il progetto non più con uno scopo sociale ma solo immobiliare. Però nel 1933 il Comune nel piano regolatore decide di mantenere le restrizioni di tutela". Limiti, ad esempio sulle altezze, che hanno salvaguardato ancora oggi, dopo oltre un secolo, il quartiere modello.

La seconda tappa porta al palazzo che si staglia davanti al monumento, sempre su viale Buffoli. "Era il cuore del Milanino con lo spaccio alimentare, il bar ristorante, un teatro, la posta e la sede dell’associazione che era nata. Era il centro servizi del nuovo quartiere". Dopo un isolato si arriva all’istituto scolastico Maria Ausiliatrice, costruito nel 1914 dagli architetti Magnani e Longoni. "Diventa una casa pensione ma senza riscuotere successo: chi veniva qui si fermava per abitare e non poco tempo. Arriva poi il convitto reale delle fanciulle di Milano: ottanta ragazze vivranno qui fino al 1919". Collegio fino al 1937, convitto per le operaie fino agli anni ’70, oggi è una scuola. Dalla visita alle ville liberty fino all’ultima tappa alla Torre dell’Acquedotto, aperta dopo anni di dismissione proprio grazie al Fai. "Oggi abbiamo riempito questo luogo di storia con una mostra, ma l’obiettivo è riqualificare", spiega l’assessora ai Lavori pubblici Lidia Arduino.