
In media dalla Lombardia arrivano 35 segnalazioni al mese
Milano – Un caso su cinque (il 20,5%) degli episodi di cyberbullismo e violenza in rete riguarda la Lombardia, e in particolare la cintura dell’hinterland milanese. Piemonte e Lazio al secondo posto (17%). Il triste primato lombardo emerge dai dati del Centro studi Fondazione Carolina dedicata a Carolina Picchio, la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Europa, che si tolse la vita a 14 anni il 5 gennaio del 2013. Tradotto: dei 274 casi gestiti nel corso degli ultimi due anni scolastici dal servizio di Pronto intervento cyber, denominato “Rescue Team“, sulla base di segnalazioni di studenti e famiglie su tutto il territorio nazionale, la “fetta più grande“ riguarda proprio la Lombardia. Anche se una consolazione c’è, perché rispetto all’ultima rilevazione passa dal 25 al 20,5 per cento. “Il territorio lombardo – spiegano dalla Fondazione – si conferma comunque in prima posizione, sia per numero dei casi sia per le segnalazioni del malessere e dei fenomeni che mettono a rischio la salute dei ragazzi”.
Entrando nello specifico, 26 sono i casi segnalati di cyberbullismo tra pari (quindi tra ragazzi). Significa il 9,4% a livello nazionale. Gli attacchi ai docenti invece sono 17 (6,1% di incidenza nazionale). Ancora: 8 casi di sexting – che consiste nell’invio di messaggi, testi, video e/o immagini sessualmente espliciti –, il 2,9%. Si continua con 2 di revenge porn, ovvero la condivisione di materiale pornografico senza il consenso della persona ritratta per una forma di “vendetta“. Poi affiorano quattro segnalazioni che riguardano gruppi Telegram. In totale, 57 episodi a livello regionale. Ma in media dalla Lombardia arrivano 35 segnalazioni al mese (su un totale nazionale di circa 165) da famiglie, scuole, associazioni sportive, oratori, centri ludico ricreativi e campi estivi.
Quali sono le conseguenze di un “uso eccessivo“ delle tecnologie? Il 30% dei ragazzi presenta o ha avuto disturbi legati ad ansia e malessere (tecnicamente si parla di “mental breakdown”, cioè una crisi emotiva, spesso irrazionale e dalla durata indefinita; 8 giovanissimi su 10 – aggiungono dalla Fondazione – sono potenzialmente a rischio dipendenza da web e social, con circa il 22% degli under 14 nella fascia più a rischio. Non solo: “Quasi 3 ragazzi su 4 sono coinvolti, direttamente o meno, in episodi legati all’utilizzo scorretto o inconsapevole del web”. L’ultima indagine sul benessere digitale dei ragazzi realizzata su un campione di 600 studenti della Città metropolitana di Milano restituisce questi risultati: il 75% dei giovani interpellati rivela di sentirsi spesso in ansia. Il 55% denuncia la mancanza di adulti di riferimento. Ancora: l’80% dei ragazzi confessa di addormentarsi con il mano lo smartphone e il 47% non saprebbe a chi rivolgersi in caso di urgenza o necessità. E un adolescente su 10 fa o ha fatto uso di psicofarmaci.
A proposito di cellulare, tra gli strumenti tecnologici è quello più utilizzato: l’88% lo usa almeno una volta al giorno. Il computer invece è scelto settimanalmente dal 45%, mentre il 15% lo usa quotidianamente. Il tablet è il dispositivo meno usato, con il 46% che non lo utilizza quasi mai. La console per videogiochi è un appuntamento giornaliero per il 22% ma il 38% non la usa mai. La Smart TV è più frequente del tablet, con il 44%.