MARIA RITA
Cronaca

Cyberbullismo. Tra solitudine e impotenza

Il cyberbullismo riflette la solitudine dei ragazzi "diversi". La Carta di Alba sottolinea la necessità di proteggere i minori online e contrastare il bullismo. La vigilanza istituzionale è fondamentale per garantire un ambiente digitale sicuro.

Parsi

Il vero problema del cyberbullismo è la solitudine nella quale i ragazzi si trovano a vivere quando si sentono “diversi”. Chi può dimenticare “Il signore delle mosche” di William Golding, laddove una comunità di ragazzi, scampati ad un incidente aereo, si trova a sopravvivere su un’isola deserta senza adulti. Prevale, allora, la legge del più distruttivo, di quello che si erge a capo dei cacciatori e inizia a disprezzare e a perseguitare i ragazzi più equilibrati e, soprattutto, “diversi”. Tra loro non si stabilisce alcun dialogo, soltanto lotta e contrapposizione, dileggio e persecuzione. Limiti inaccettabili che soltanto l’ascolto, la mediazione e le competenze degli adulti, degli educatori, dei genitori, degli operatori della comunicazione, della legge e delle istituzioni possono eliminare. E, insieme, quella tutela dei diritti che, come ricorda la “Carta di Alba” – nata nel 2009 grazie alla collaborazione tra la Fondazione Movimento Bambino, di cui sono presidente, e la Fondazione Ferrero – “deve essere pari nel mondo virtuale come nel mondo reale, un unicum inscindibile”. La Carta di Alba denuncia, altresì, la necessità di "rafforzare una vigilanza istituzionale che assicuri un costante monitoraggio delle comunicazioni digitali per garantire ai minori un ambiente sicuro". II web ha un impatto anche omologante, in termini strutturali e fenotipici, della società virtuale. Il bullismo, nella veste cibernetica, trova vittime e carnefici forse anche in maniera più subdola e perniciosa, in quanto coglie, nella “invisibilità” e nel “mascheramento” del soggetto che agisce, un elemento di copertura o comunque di patologica percezione di inviolabilità, protezione e grandiosità. L’obiettivo è costruire una percorribilità programmatica che risulti oppositiva al percorso deviante di bullismo e cyberbullismo. Laddove chi è bullo e cyberbullo sta soltanto esprimendo, mascherandola, la sua profonda, perversa impotenza.