
Cucchi Mi muovo sulle tracce di Alessandro Manzoni, nella sua zona, dove lui amava passeggiare. In piazza San Fedele osservo...
CucchiMi muovo sulle tracce di Alessandro Manzoni, nella sua zona, dove lui amava passeggiare. In piazza San Fedele osservo il monumento che gli è dedicato, opera dello scultore milanese Francesco Barzaghi del 1883.
Sui gradini della chiesa, la mattina del 6 gennaio del 1873, lo scrittore purtroppo cadde, battendo la testa, restandone danneggiato in modo grave, nella sua gran mente. Se ne andò il 22 maggio, a 88 anni. Con questo triste pensiero, vedo lì accanto la via degli Omenoni, cioè omoni, gli otto telamoni tristi di Palazzo Leoni Calchi, costruito verso il 1565 e opera dello scultore toscano Leone Leoni. Gli Omenoni furono scolpiti da Antonio Abondio. E come dunque non tornare a don Abbondio… Ma invece chissà a cosa pensava Manzoni mentre li vedeva, muovendosi in quei paraggi a lui familiari, che, dopo tutto, conservano un’elegante atmosfera tranquilla, non lontanissima dal loro carattere di centocinquant’anni fa.
Rimuginando su quanto il bel quartiere suggerisce, cammino ancora un poco avendo peraltro una meta ben precisa, e cioè la via Morone, dove il grande scrittore aveva casa e dove ha sede anche il Centro Nazionale di Studi Manzoniani. Il personaggio a cui la via è dedicata, Girolamo Morone (Milano, 1470 – Firenze 1529), era un nobiluomo, un politico che ebbe incarichi importanti: luogotenente generale e gran cancelliere del Ducato di Milano.
Alla Sala delle Conferenze di Casa Manzoni era infatti in programma un incontro sulla figura di un grande poeta del Novecento, Dino Campana, in occasione dell’uscita di un prezioso volume riassuntivo dei Meridiani Mondadori, Dino Campana. L’opera in versi e in prosa, curato da Gianni Turchetta, invitato a parlarne con Marco Corsi, Gabriele Gimmelli e chi qui scrive. “Il poeta notturno dalle suole di vento“ era il bel titolo della serata, visibile ora anche su YouTube e promosso dal Circolo dei Lettori, presieduto da Piegiorgio Monaci e Laura Lepri, che qui ringrazio per le loro belle e formative proposte.