DIANDREA GIANNI
Cronaca

Da Tolentino a Campagna, il lusso fa crac

Fallimenti causa Covid, guerre familiari e fatturato ai minimi: anno nero per storiche griffe milanesi. "Il futuro? Tanti negozi chiuderanno"

di Andrea Gianni

Slittano matrimoni, cerimonie e cene di gala. Gli incontri d’affari si fanno in videoconferenza e sembra trascorsa un’era da quando, alla Prima della Scala, si sfoggiavano le ultime creazioni d’alta moda. La pandemia, che ha ridotto ai minimi termini le occasioni di socialità, ha messo in crisi storiche griffe come quella creata dallo stilista milanese Gianni Tolentino, che lo scorso novembre aveva annunciato la sua decisione di "prendere un anno sabbatico". Ora il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento della sua società con sede in via Manzoni 39 e atelier nello splendido Palazzo Borromeo, aperta quando correva l’anno 1984 e gestita con il socio di sempre, il marchese Paolo Maria de Pellegrin. Il giudice ha nominato come curatore il commercialista Sergio Valter Finulli e ha fissato un’udienza per il prossimo 16 giugno per l’esame dello stato passivo e delle istanze dei creditori. "Il virus ha cancellato le serate, le feste e pure la Prima al teatro alla Scala", aveva spiegato al Giorno Tolentino. Proprio in occasione del 7 dicembre, lo stilista ha sempre vestito le donne più importanti di Milano con abiti da sera che fanno sognare. Ma la pandemia, oltre a impedire gli eventi in presenza, ha anche svuotato Milano dei turisti stranieri, facendo quindi crollare il giro di clienti delle griffe più deboli sull’e-commerce.

Nella fase critica del primo lockdown, secondo i dati della Camera nazionale della moda, il fatturato del settore è crollato del 45%, poi ha mantenuto una media di calo stabile al 23% nel secondo trimestre. Il progressivo allentamento del lockdown ha solo rallentato la caduta del fatturato, che è in ogni caso è rimasta molto consistente: -26,9% nel terzo trimestre. Soffrono stilisti e anche grandi marchi del lusso. Massimo Dutti chiuderà il negozio in Galleria Vittorio Emanuele, seguendo la strada tracciata dal marchio familiare di cravatte Andrew’s Ties. "Ad eccezione di alcuni casi l’alta moda stra resistendo – spiega Roberta Griffini, della Filcams-Cgil – ma in generale sul settore dell’abbigliamento siamo preoccupati per le numerose chiusure di negozi che potrebbero verificarsi a breve". Un altro fallimento dichiarato dal Tribunale di Milano, quella della Andrea Campagna Srl con sede in via Palestro 24, affonda invece le radici nella guerra fra gli eredi del sarto dei vip Gianni Campagna, scomparso nel 2017 a 74 anni. Lo scontro tra i due figli maschi, Andrea e Angelo, tenuti a bada dal padre quando era ancora in vita, esplose con denunce incrociate in Procura. Una fine ingloriosa per la storia del sarto di umili origini che, arrivato a Milano nel 1962 dalla Sicilia per fare pratica nella sartoria di Caraceni, vestì star del cinema, da Sharon Stone a Pierce Brosnan, politici, porporati e perfino pontefici. Per la società “parallela“ creata dal figlio Andrea è arrivato l’epilogo, con il fallimento e la nomina di un curatore, ultimo capitolo di una battaglia giudiziaria infinita.