MAURIZIO CUCCHI
Cronaca

Da via Olivetani a piazza Venino e nuove poesie

Maurizio

Cucchi

Cerco un po’ di pace serena in una strada elegante e silenziosa. Mi trovo infatti in via degli Olivetani, di cui osservo con piacere i bei palazzi con i loro fronzuti giardinetti, passeggiando lento, opportunamente mascherato e solitario. La via prende nome dall’ordine dei monaci benedettini, appunto gli Olivetani, ordine che fu istituito nel 1313 come Congregazione di Santa Maria e Monte Oliveto nei pressi di Siena e che già nel ‘500 era arrivato a Bresso. La strada fu aperta a Milano nell’Ottocento, sul fianco della basilica di San Vittore al Corpo, di cui, nel mio modesto andare, osservo compiaciuto il fianco, nelle sue potenti forme curve. Passo davanti alla scritta Teatro delle Arti, e a quella dell’Istituto e Convitto Nazionale Longone, a un hotel. Diverse nobili e utili realtà, chiuse al mio passaggio, in così pochi metri. Finché, laggiù in fondo, mi si prospettano le mura del carcere, dove peraltro non conto di fermarmi. Devio allora in via Vico, e qui, da fanciullino, andavo a trovare la mia carissima madrina.

Vengo ben presto a trovarmi in piazza Venino, dov’è il giardino Angelo Custra. Ancora una volta mi documento sul nome dei luoghi grazie al bel volume di Valentino De Carlo, “Le strade di Milano”, dove apprendo che Venino fu una famiglia milanese importante tra Sette e Ottocento, nella quale fece spicco Giulio, che nel 1857 andò a fischiare nientemeno che l’imperatore Cecco Beppe. Angelo Custra, come sappiamo, fu invece il povero giovane vice brigadiere ucciso nel 1977 da una pistolettata di un terrorista autonomo, e la tremenda foto in bianco e nero del fatto ci è molto tristemente nota. Mi accomodo allora, anche in questo caso solitario, su una panchina del piccolo parco e apro un libro che mi ero portato nella tasca, il libro di un amico, Alberto Rollo, già autore, in narrativa, di “Un’educazione milanese”. La sua nuova opera è di poesia, e si intitola “L’ultimo turno di guardia” , edito da Manni come il precedente. E inizio a leggerlo con soddisfazione.