
Bambini in dad all'aperto
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La protesta contro la Dad sbarca alle elementari. Una ventina di alunni, fra 6 e 10 anni, si sono trovati ieri mattina per fare lezione di fronte all’istituto comprensivo di via Gattamelata. Qui, in zona Fiera, come in tutte le altre scuole della Lombardia, l’attività didattica in presenza è sospesa dal 5 marzo. Imbacuccati a dovere, i bambini della primaria Pietro Micca si sono attrezzati con pc, tablet e cellulare per seguire all’aperto l’insegnamento online delle loro maestre, seduti ai banchi sistemati in modo distanziato lungo il marciapiedi e sotto l’occhio vigile dei genitori.
"La protesta, la prima con queste modalità in una scuola elementare, è durata simbolicamente un’ora ed è un’iniziativa spontanea partita da un gruppo di genitori. Dopo un anno di pandemia, abbiamo pensato che non fosse più il tempo di stare fermi. Per questioni organizzative e di sicurezza, abbiamo coinvolto solo una piccola rappresentanza di alunni delle 29 classi della primaria. Riaprire le scuole è importante per venire incontro alle esigenze di padri e madri lavoratrici, ma soprattutto per i bimbi che in questa fascia di età hanno necessità di apprendere insieme ai loro compagni e alle loro maestre, attraverso un mutuo scambio di esperienze", spiega Carlotta Spreti, madre di un bimbo in seconda. Come insegnante la Dad tocca pure a lei: "Non è semplice fare lezione a casa con tre figli ma mi sento una privilegiata perché posso comunque seguirli".
Una «fortuna» , quella di rimanere a casa, che non tocca invece a Valentina Viane, come operatrice di ippoterapia non può fare smartworking. "Ho dovuto mollare i miei due figli dalla nonna, con tutti i rischi di contagio che ne derivano. La chiusura delle scuole è stata una scelta deleteria. I nostri figli sono nervosi e arrabbiati. Quello di 8 anni fa tre ore e mezza di lezioni online, per quello più piccolo che va alla scuola dell’infanzia la situazione è peggiore perché non fa nulla e si sente abbandonato". "Speriamo al più presto di tornare in presenza ma sono convinto che la scelta di chiudere le scuole sia stata meditata e anche sofferta", commenta Giovanni Santoro, dirigente dell’istituto comprensivo di via Gattamelata che ha 1.200 studenti fra la scuola d’infanzia, elementari e medie. "Focolai finora non ci sono stati dentro le aule, al momento ci sono meno di dieci positivi tra gli alunni in classi distinte". L’intenzione è replicare la protesta dei banchi all’aperto settimana prossima, coinvolgendo altre scuole. "Se questa fosse l’iniziativa di un giorno non avrebbe molto senso. Vogliamo organizzarci meglio operando in sinergia con altri istituti", afferma Luca Morcone, padre di un’alunna di 8 anni.