SIMONA BALLATORE
Cronaca

Maturità, t’avessi preso prima... "Noi, già penalizzati e tutto tace"

L’appello dei diplomandi preoccupati: "Non vogliamo scorciatoie, ma non siamo allenati per gli scritti". Fioccano lettere e petizioni

Lezioni Carbonare alla biblioteca degli alberi,

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«Non vogliamo scorciatoie. Ma siamo ancor più penalizzati dei compagni che hanno superato l’esame di Stato l’anno scorso»: Beatrice Leonardo, del liceo scientifico Leonardo da Vinci, è stata fra le prime a prendere in mano carta e penna per scrivere alla ministra Lucia Azzolina, raccogliendo firme da 50 scuole di tutta Italia. «Chiedevamo indicazioni per tempo e una modalità simile a quella dell’anno scorso, con prove orali e commissione interna – spiega –. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Non vogliamo sconti, ma siamo a casa da febbraio dell’anno scorso. Ci preoccupano gli scritti di Matematica e Fisica, perché da qui è impossibile simulare l’esame, e anche se tornassimo in classe il 7 gennaio gli scritti richiedono capacità diverse che non siamo abituati a mettere in pratica da tempo».

C’è chi ha lanciato una petizione per chiedere l’abolizione dell’esame di Stato. «Un’utopia, forse. E non vorremmo nemmeno passare come “quelli che hanno fatto la Maturità facile” - commenta però Beatrice –. Il lavoro di cinque anni non deve essere sacrificato, ci deve essere un riconoscimento, ma non si deve dimenticare quest’anno di didattica a distanza. L’esame tradizionale avrebbe poco senso». Non tutti sono disposti a rinunciare a quel rito di passaggio. «Spiace vivere questa quinta così - sottolinea Rebecca Bolelli, del classico Beccaria –. Finisce un ciclo, si diventa “grandi”. Ma a noi manca il rapporto umano, lo schermo ostacola tutto. È dura. Ci sono prof “illuminati” che capiscono, ma anche fra loro purtroppo c’è chi crede che, stando a casa, non facciamo nulla. E invece ci stiamo impegnando tanto. Vivo con ansia tutti i giorni che mi separano dalla Maturità. Non aiuta non sapere ancora cosa ci aspetta. Spero del maxi orale come l’anno scorso: c’è una componente psicologica ed emotiva pesante in questa mancanza di organizzazione».

E su questo si innesta l’incognita di un prolungamento delle attività scolastiche al 30 giugno. «Che non deve passare come una soluzione perché “finora non abbiamo fatto niente”. Non è così, nonostante i limiti della didattica a distanza – ricorda la professoressa Elena D’Incerti, del liceo Beccaria –. Il prolungamento, che sarebbe incompatibile con l’esame di Stato, avrebbe senso per attività di recupero personalizzate, penso soprattutto agli studenti più fragili, dal punto di vista dell’apprendimento, non del programma». Anche per lei la Maturità - se ci sarà - dovrà essere “riscritta”: «Perché anche le modalità di valutazione tradizionale non hanno senso davanti al pc. Sappiamo che ci sono appunti appesi su metà schermo durante le verifiche, cade l’occhio sul libro... Ma non è quello il punto. Bisogna valutare altro. Speriamo che la ministra interpelli gli studenti, potrebbe essere un bel segnale». «Vivo alla giornata con tutte queste incognite, la Maturità mi sembra lontanissima - confessa Luca Biscuola dello scientifico Volta –. Non so cosa sarà di noi a gennaio... Bisogna capire prima se si tornerà in modo definitivo e se ci saranno variabili regionali. Se non c’è la volontà di tenere aperte le scuole a ogni costo è impensabile anche una Maturità “normale”».