
L’associazione nata in memoria della giovane di Rho morta a soli 28 anni. L’ospedale in Guinea Bissau e il Fondo Adozioni: assistiti duemila bimbi.
Anna era una ragazza gioiosa, gentile e di una rara sensibilità verso le persone che soffrono, soprattutto i bambini. Tra questi le stavano a cuore in modo particolare quelli dell’Africa. Aveva da poco terminato l’Università con una laurea in legge e aveva il desiderio di dedicare la sua vita ai bambini, voleva andare in Africa per aiutare quelli piccoli e indifesi. Ma tutto è andato in modo diverso". È questo l’incipit della storia dell’associazione Progetto Anna fondata nel 2001 da famigliari e amici di Anna Borella, una giovane che viveva a Rho, morta all’età di 28 anni. Il suo sogno di aiutare i bambini malati in Africa, invece no.
È stata mamma Gabriella Marinoni a volere l’associazione e scegliere di aiutare la Clinica Bor che si trova in Guinea Bissau dove, "un bambino su dieci muore prima di aver raggiunto un anno di età e un altro 10% muore prima di aver compiuto i cinque anni. E ultimamente le cose sono ancora peggiorate", si legge sul sito dell’onlus. Qui Padre Ermanno Battisti, un missionario del Pime, stava costruendo con grande coraggio e tanto sacrificio, la Clinica Bor, un ospedale pediatrico dove i bambini ammalati potevano essere curati gratuitamente. Anna aveva conosciuto padre Battisti e il suo progetto quando era già ammalata. Ma se ne era innamorata e il suo entusiasmo era stato contagioso.
"Abbiamo iniziato subito a sostenere questo progetto - racconta mamma Gabriella, che è anche la presidente della onlus - chiedendo di non inviare fiori per il funerale di Anna ma di fare delle donazioni per sostenere la clinica, qualche settimana dopo padre Battisti mi ha chiamò e mi ha disse ‘ma quanto costano i fiori a Rho?’ Mi sono arrivate tantissime offerte così abbiamo pensato che potevamo fare molto di più, abbiamo organizzato un primo concerto per raccogliere altri fondi".
È stata la prima di una serie di iniziative, l’associazione è cresciuta e il supporto della onlus rhodense per padre Battisti è stato fondamentale. "Siamo diventati il suo riferimento in Italia, anno dopo anno all’attività della clinica si sono aggiunti altri progetti e mi piace pensare che abbiamo portato avanti il desiderio di Anna e dato il nostro contributo per realizzare il sogno di padre Battisti che diceva sempre ‘nella clinica Bor Nessun bambino malato deve morire perché povero", aggiunge Gabriella.
Il 3 gennaio 2015 padre Battisti è morto ma Progetto Anna ha continuato a sostenere la clinica Bor e non solo. "Uno dei progetti di cui vado molto orgogliosa è la ‘Clinica Mobile’ per il quale abbiamo anche ricevuto il Premio per la Pace Giuseppe Dossetti edizione 2024. Grazie alla clinica mobile che non si ferma mai, neanche durante la stagione delle piogge, nell’ultimo anno ha portato nelle zone rurali personale medico e infermieristico per dare la possibilità a tanti adulti e bambini di essere visitati e ricevere gratuitamente i medicinali. Secondo gli ultimi report sono stati visitati 1.327 bambini e 1.112 adulti - aggiunge Gabriella - abbiamo anche un Fondo adozione del bambino malato e da due anni le visite a domicilio".
Grazie al Fondo Adozione nel 2024 sono stati inoltre curati gratuitamente circa 2.000 bambini che si sono rivolti alla Clinica Bor per visite ambulatoriali, per ricoveri e anche per interventi chirurgici. Sono bambini di famiglie povere che non hanno la possibilità di pagare la tariffa chiesta dall’ospedale. "Abbiamo raccolto 30.000 euro grazie alla generosità di tanti amici, tanti volontari che ci offrono spettacoli e concerti, abbiamo anche tante volontarie che preparano manufatti e organizzano mercatini. Inoltre, in collaborazione con le Missionarie dell’Immacolata, abbiamo procurato il latte in polvere ai neonati le cui mamme non possono allattare, salvandoli dalla denutrizione". Oggi sulla clinica di Bor spicca la scritta "obrigado Rho" che racchiude la gratitudine e il forte legame tra le due comunità.