SIMONA BALLATORE
Cronaca

Come sarebbe Milano se i Navigli fossero scoperchiati: le foto create con l’AI e il post di Boeri che accende il dibattito

Le immagini che scorrono sul sito, il sassolino dell’archistar, gli irriducibili. Storia di una battaglia meneghina che può riaprirsi, 13 anni dopo il primo referendum

A sinistra, il naviglio su Via Fatebenefratelli. A destra, via Molino delle Armi col naviglio

A sinistra, il naviglio su Via Fatebenefratelli. A destra, via Molino delle Armi col naviglio

Milano – "A lanciare il primo sassolino nell’acqua – dopo anni in cui il dibattito era di fatto congelato – è stato Stefano Boeri, architetto ed ex assessore della giunta Pisapia, via social: "Da assessore alla Cultura a Milano ero contrario alla riapertura dei Navigli; o almeno a quelli lungo la Cerchia dei Bastioni (altro era la riapertura del naviglio della Martesana, un progetto che mi pareva già allora meritorio e realistico). Devo dire che ci sto ripensando".

Tanto basta a riaccendere il dibattito che 13 anni fa aveva portato alla vittoria del "sì" al referendum, con il progetto dell’Associazione Riaprire i Navigli di Roberto Biscardini entrato anche nei programmi della giunta Pisapia e di quella di Giuseppe Sala, che però aveva vincolato l’idea alla sua finanziabilità con il Pnrr. L’associazione non si è arresa da allora: posta articoli, immagini, pubblica libri, anche se attorno tutto tace (o quasi).

Il ripristino del Laghetto di San Marco in Brera, con l’assetto viario odierno, realizzato grazie all’AI
Il ripristino del Laghetto di San Marco in Brera, con l’assetto viario odierno, realizzato grazie all’AI

E rieccoci qui, con un altro appuntamento elettorale all’orizzonte – nella primavera del 2027 – e le immagini evocate da Boeri che scatenano reazioni a cascata: "Un canale di acqua pulita che scorrendo abbraccia il centro storico - purché sia accompagnato da un anello pedonale e alberato, senza più automobili (solo una corsia per i mezzi pubblici) - oggi può diventare un’idea vincente: per Milano e i suoi abitanti".

Chissà come commenterebbe oggi Empio Malara, presidente dell’Associazione Amici dei Navigli, che anche ad acque ferme – potremmo dire stagnanti – dalle pagine de Il Giorno, ogni settimana, cercava di convincere dell’utilità di quell’investimento, da ogni punti di vista: turistico, ambientale, energetico, urbanistico. L’ultimo appello il 12 gennaio del 2023: "Finanziare le opere necessarie per ricomporre una delle risorse turistico-culturali unica al mondo restituirebbe a Milano il privilegio di tornare a essere una città porto", l’ invito. Spirò una settimana dopo, a 90 anni.

A dare l’idea di una Milano con i Navigli “scoperchiati” ci pensa ora il magazine “Milano Città Stato” con il contributo della pagina Riaprire i Navigli, a colpi di rendering e intelligenza artificiale. Da via Molino delle Armi, accanto al Parco delle Basiliche, a via Fatebenefratelli, subito dopo Piazza Cavour, con via Senato alle spalle e sullo sfondo il campanile della Chiesa di San Marco. Erano stati messi in conto 450 milioni per l’intero progetto, 150 milioni per i primi cinque tratti (8 anni di lavoro su per giù). Riuscirà quel sasso lanciato nello stagno a smuovere le acque della politica, oltre ad innescare dibattiti attorno alle tavolate del Cenone?