"La politica faccia un passo indietro sul “salva Milano“: il primo rinvio a giudizio è il segnale che il problema esiste. Insistere nel voler impedire non solo le inchieste ma anche i processi sarebbe, a mio avviso, un’assunzione di responsabilità troppo grave. Bisognerebbe fermarsi e dare spazio a un confronto". Una riflessione messa sul tavolo dall’avvocata Veronica Dini, esperta in materia edilizia e ambientale, che assiste i residenti di piazza Aspromonte che nel 2023 hanno presentato il primo esposto, sul palazzo nel cortile, l’Hidden Garden, da cui hanno avuto origine la serie di inchieste sul sistema dell’urbanistica milanese. Tra i casi che sta seguendo, quello delle Residenze Lac, le Park Towers e la Palazzina liberty in via Crema.
Quali conseguenze potrebbe avere, sui procedimenti, l’approvazione del salva Milano? "I capi d’imputazione sono diversi e alcuni non sarebbero sanati, ma è chiaro che la maggior parte delle inchieste finirebbe per essere svuotata. Alla prima udienza potrebbe essere sollevata una questione di costituzionalità, lasciando tutto nel limbo. È questa situazione che sta paralizzando l’edilizia, non le inchieste. L’impianto della prima proposta di legge, un sostanziale condono, era più onesto. Questo, con la scusa dell’interpretazione autentica, è un provvedimento tombale. Un contrasto fra poteri intollerabile".
Si aspettava, all’epoca del primo esposto, conseguenze simili? "Abbiamo avuto la fortuna di trovare magistrati che hanno scelto di andare a fondo. Dopo piazza Aspromonte è partito un tam tam, si sono fatte avanti altre persone e sono emersi casi analoghi. Una vicenda tutta milanese, un “rito ambrosiano“, perché in altri Comuni non sono state emesse simili determine dirigenziali e nessun problema simile è stato sollevato".
Rischia di pagare il prezzo più salato chi ha comprato casa. "È un problema grosso, chi ha comprato le case va tutelato. Abbiamo visto, però, dei rogiti molto dubbi. Per i palazzi già abitati non si profila l’ipotesi di una demolizione. Serviranno piuttosto opere compensative".
Chiederete di costituirvi parti civili, nelle prossime udienze sui casi che sta seguendo anche con il sindacato Sicet? "Una strada che vorremmo esplorare, per i casi di costruzioni già realizzate, è quella di avviare dei percorsi, innovativi per questo tipo di reati, di giustizia riparativa con i costruttori. Il nostro interesse è quello di ottenere benefici reali per il quartiere: verde, parcheggi, monetizzazioni. Il primo banco di prova sarà la nuova udienza preliminare sulle Park Towers. Vedremo come reagiranno i costruttori".