REDAZIONE MILANO

Dalla fame di spazi al nodo trasporti

Emilia Ametrano, preside del liceo artistico di Brera, è perplessa sulle linee guida del nuovo Piano Scuola

di Annamaria Lazzari

Non sarà un problema l’approvvigionamento di banchi singoli "ma solo perché le nostre 65 classi ne erano già dotate da anni" spiega Emilia Ametrano, dirigente del liceo artistico statale di Brera. Per il resto, le linee guida del Piano scuola varato dal Governo la scorsa settimana per il rientro dal 14 settembre suscitano più di una perplessità per la preside di uno dei più grandi artistici di Milano con due sedi fra via Hajech, zona Dateo, e via Papa Gregorio XIV, in Ticinese. Il problema più urgente è la mancanza di spazio. Tenere in classe tutti i circa 1.600 studenti, rispettando le regole di distanziamento – un metro fra le "rime buccali" degli alunni cioè fra le loro teste - non è fattibile. "Non abbiamo alcun spazio alternativo da sfruttare all’interno della scuola. Già l’anno scorso avevamo sfruttato tutta la capienza disponibile. La situazione più critica è in Papa Gregorio dove l’edificio è condiviso con l’istituto tecnico Cattaneo. Abbiamo in programma, a partire da domani (oggi per chi legge ndr) una serie di riunioni online coi docenti, i vari dipartimenti, i genitori per affrontare la questione" spiega la preside Ametrano.

Consapevole del problema, del resto, è lo stesso Miur che ha calcolato che un milione e duecentomila alunni di ogni età e grado in tutto lo Stivale dovrà andare fuori dalle classi per rispettare il distanziamento. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha suggerito di "fare scuola anche fuori dalla scuola". Nei cinema e nei teatri ad esempio. "Ma sono anni che chiediamo a Città Metropolitana di trovarci spazi alternativi e sono anni che non accade. Perché dovrebbe essere diverso il prossimo anno scolastico? Il ricorso anche alla didattica a distanza sarà inevitabile. Noi ci stiamo già attrezzando cercando di risolvere tutti i gap che si erano creati quando siamo partiti a fine febbraio con le lezioni online, in modo “avventuroso”. Per questo abbiamo deciso di lasciare agli studenti delle classi intermedie che ne erano sprovvisti i device che avevano consegnato in comodato gratuito" ribatte Ametrano.

Dopo il nodo degli spazi c’è quello spinoso dei trasporti. Se la ministra ha escluso l’ipotesi di doppi turni per andare a lezione alternativamente la mattina e il pomeriggio rimane consentito il ricorso a turni differenziati e ingressi scaglionati. Per gli studenti delle superiori l’entrata è fino alle 10. "Per alcuni indirizzi lo consentirei fino alle 10.30. Da noi vengono a studiare non solo ragazzi milanesi. Sono moltissimi quelli che arrivano dall’hinterland e anche da altre province di tutta la Lombardia. Dobbiamo evitare, anche per una questione di sicurezza sanitaria, l’assalto dei mezzi pubblici negli orari in cui ci sono anche i lavoratori". Il rebus finale è legato alle mascherine. È stata infatti inserita la possibilità da parte del Comitato tecnico scientifico di valutare a ridosso della ripresa scolastica l’obbligo di indossare il dispositivo per gli studenti. "Nel frattempo però ci sono stati dati finanziamenti per acquistare le mascherine, con il rischio di accumularne migliaia senza che magari siano necessarie" l’appunto polemico della preside dell’artistico Brera.