Alessio
Bordone*
Il settore della ristorazione collettiva è uno dei più impattati dall’attuale crisi e, certamente, vive un momento di importante trasformazione, necessario per continuare a garantire i propri servizi. In questo anno abbiamo lavorato in regime di innovazione costante, facendo fronte ai continui cambiamenti e, in molti casi, agendo d’anticipo. È infatti importante sottolineare che, anche nelle fasi più emergenziali, grazie all’impegno e alla dedizione di tutte le nostre persone coinvolte, siamo stati un supporto concreto alle strutture ospedaliere e sociosanitarie, così come alle aziende, nonostante le difficili condizioni contingenti e il costante aumento dei costi legati alla sicurezza dei servizi. Il 2020 segna un passaggio importante nel mondo della ristorazione collettiva, soprattutto perché i concept classici di fruizione del pasto hanno vissuto un importante mutamento, verso una maggiore fluidità che rispecchia le nuove esigenze dei clienti, in termini di spazio di consumo del pasto, tempo, orari e modalità. Per quanto riguarda la ristorazione aziendale, auspichiamo che diminuisca il continuo ricorso allo smart working da parte di aziende pubbliche e private, perché come abbiamo già fatto in diverse realtà, è possibile progettare un ristorante aziendale covid-free, per non togliere ai lavoratori gli importanti momenti di interazione e socializzazione (...) Il concetto di ristorazione a domicilio è molto più ampio di quanto crediamo e, anche in questo caso, è la flessibilità a consentirci di riconoscere i bisogni dei nostri clienti al fine di fornire servizi utili e innovativi. Un primo esempio riguarda gli smartworker: la pandemia non può essere motivo per abbassare gli standard qualitativi di vita dei lavoratori ed è in quest’ottica che Cirfood sta operando durante questi mesi, per integrare la classica ristorazione aziendale con servizi che permettano di prenotare e consumare il pasto nel luogo e nei tempi, a loro più congeniali.
*Sales executive
director Cirfood