
Una fedele tocca la foto di Papa Francesco dopo la cerimonia officiata da monsignor Delpini nella chiesa di Sant’Angelo
Forse ci ha preso il sindaco Giuseppe Sala, descrivendo il brivido che ha attraversato il mondo e anche Milano in un Lunedì dell’Angelo in cui le campane hanno suonato a lutto: "Con Papa Francesco scompare una delle grandi speranze dell’umanità. In questo mondo devastato dalle guerre e da ogni sorta di brutalità, umana ed economica, il suo insegnamento resterà un’eredità preziosa per le donne e gli uomini di buona volontà". Il Papa venuto dalla fine del mondo è stato una "guida coraggiosa e instancabile testimone di pace", concorda il presidente della Regione, Attilio Fontana, facendosi portavoce del "profondo cordoglio" di "tutta la Lombardia": "Ha saputo parlare al cuore del mondo con umiltà, forza e tenerezza". La morte di Francesco ha "addolorato" un’altra testimone di pace, che ha attraversato la brutalità peggiore che vivente ricordi, la senatrice a vita Liliana Segre; che ha voluto ricordare la loro "fraterna condivisione di pensieri di pace" nell’"indimenticabile e privatissimo incontro del 3 febbraio" durante il summit sui diritti dei bambini in Vaticano.
Nei messaggi di cordoglio, trasversali da Bruxelles ai parlamentini di zona e su tutto l’arco costituzionale, la politica tributa a Bergoglio un ruolo di rottura e svolta: "La sua voce ha attraversato confini e culture – osserva l’eurodeputata azzurra Letizia Moratti –. La sua dedizione agli ultimi, la sua attenzione per l’ambiente, la sua testimonianza di umiltà resteranno impresse nella memoria collettiva e nella storia della Chiesa". "Ha insegnato a mettere gli ultimi e le loro sofferenze sopra a tutto - concorda il senatore dem Franco Mirabelli -. Siamo tutti più soli".
Era un "punto di riferimento nel mondo e custode di valori fondamentali", sottolinea anche la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, e "tutti, cristiani e laici, credenti e non, piangiamo la morte di un uomo straordinario", concorda Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd al Pirellone, dove il suo omologo di FdI Christian Garavaglia riconosce al Papa figlio di migranti, che ha alzato la voce per i poveri del mondo, il titolo di "guida spirituale che ha segnato un’epoca con la forza del dialogo, della pace e della riconciliazione tra i popoli". Mentre l’Anpi di Milano, sui suoi social, cita "l’ultimo atto che ricorderemo con gratitudine: la scelta di non ricevere pubblicamente il vicepresidente Usa Vance".
Così del Papa gesuita che non le ha mai mandate a dire a nessuno alla fine ciascuno piange almeno un pezzetto di ricordo. E nella capitale economica d’Italia il cordoglio spazia da realtà d’area comunque cattolica come la Compagnia delle opere ("Ci ha sempre dimostrato grande stima e attenzione", ricorda del resto Davide Prosperi, presidente di Comunione e liberazione da cui emana l’associazione imprenditoriale), il Consorzio cooperative lavoratori e il Movimento cristiano lavoratori a Confcommercio ("Rimarrà nella memoria e nella coscienza il suo appello per la pace e a prenderci cura della casa comune", osserva il presidente Carlo Sangalli), Assolombarda, Confapi, Fiera Milano ("Ha indicato con forza che l’economia non può prescindere dalla dignità delle persone, che il lavoro deve essere giusto e che la ricchezza ha senso solo se condivisa", ricorda il presidente Carlo Bonomi); dal sindacato dei bancari Fabi alla Cgil di Maurizio Landini; dal vicepresidente del Gruppo San Donato, il più importante player della sanità privata in Italia, Kamel Ghribi ("Ha saputo conquistare l’affetto e la stima di molti, anche non cristiani come me") all’ad di Deloitte Fabio Pompei: "Ci esortava a essere consulenti per ri-orientare il modo di stare su questo pianeta". Gi. Bo.