
Danilo Mainardi (Archivio)
Milano, 9 marzo 2017 - È morto l'altra mattina a Milano Danilo Mainardi, etologo ed ecologo di fama internazionale, autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche e noto come divulgatore al grande pubblico in virtù della sua amicizia con Piero Angela e della sua lunga collaborazione a Superquark su Raiuno. Avevamo avuto l'onore di intervistarlo lo scorso ottobre, poco prima del suo ottantatreesimo compleanno, per le pagine del nostro giornale. Riproponiamo ora quell'intervista.
Perché gli animali?
«Una curiosità che mi è stato permesso di coltivare dai miei genitori già dall’infanzia a Milano. Mi fu permesso di avere un cane, di far schiudere uova sui termosifoni... Poi quando con tutta la mia famiglia da Milano, in tempo di guerra, siamo sfollati nella campagna cremonese, lì ho imparato molto dai ragazzini locali e passavo giornate ad osservare gli uccelli, a raccogliere nidiacei caduti dal nido ed allevarli. Poi, sempre ragazzino frequentavo i colombofili, imparando da loro tutti i segreti, fino a partecipare coi “miei” colombi a gare di lancio di colombi viaggiatori».
E perché l’etologia?
«Per continuare a occuparmi di animali, ma studiarli col metodo scientifico come richiede la ricerca. All’università già da studente mi hanno dato la possibilità di lavorare sugli animali. Le ricerche sul comportamento erano poche e l’etologia faceva i primi passi. Ma il mio interesse era quello».
Gli animali sono intelligenti?
«Sì. Come ho già detto le ricerche sempre più fanno scoprire negli animali capacità cognitive e menti straordinarie».
Meglio gli uomini o gli animali?
«Forse voleva dire “Meglio gli uomini o gli altri animali?”... Non ha comunque molto senso fare queste comparazioni. Di fatto oggi sappiamo molto sull’intelligenza, sui sentimenti e in generale sulla sfera emotiva degli animali. Spesso sono gli scienziati a sbagliare i test a cui sono sottoposti sperimentalmente gli animali al fine di valutarne le capacità intellettive. Vengono così tacciati di inabilità mentre invece spesso è colpa della nostra incapacità a porre loro nel modo corretto i problemi. E più avanzano le ricerche sulle capacità cognitive degli animali più scopriamo menti raffinate, in grado di elaborare soluzioni, innovare e trasmettere informazioni».
Cosa ci insegnano gli animali?
«Le regole di base, i “fondamentali” per stare al mondo che noi in buona parte abbiamo perso».
Perché amiamo tanto gli animali?
«È una naturale attrazione che vediamo esprimersi spontanea nei bambini. Loro si accostano con naturalezza a ogni animale o fiore o albero. Si perde con la crescita, con le interferenze culturali e con l’educazione».
È giusto mangiarli o hanno ragione vegetariani e vegani?
«I nostri denti sono quelli di un carnivoro. Poi ognuno fa personali scelte che vanno rispettate». Sperimentazione sugli animali: necessaria o illecita? «Ci sono in sintesi due ordini di problemi: quelli scientifici, in buona parte irrisolti sulla validità di “modelli animali” e quindi sul loro uso per dare risposte affidabili a patologie umane. Ci sono poi problemi etici legati all’acquisita consapevolezza che la sofferenza è presente negli animali. È su questi punti che bisogna riflettere, approfondire, capire per impostare protocolli e metodologie rispettosi delle necessità umane e parimenti dei diritti degli animali».
Corrida, Palio di Siena, circo: è lecito divertirsi con gli animali?
«Non esiste divertimento basato sulla sofferenza di alcun essere vivente. Ne parlo anche nel mio ultimo libro “La città degli animali” (Cairo, ndr) in un capitolo dedicato dal titolo “Prigionieri”. È un tema che mi sta a cuore».
E la caccia? I cacciatori dicono che amano gli animali e la natura più di tanti animalisti...
«Provare amore per la natura e per gli animali non è credibile e tantomeno compatibile con una doppietta in spalla».
Cani o gatti o altri animali ancora: chi preferisce? Chi l’ha sorpresa? E chi le fa paura?
«Preferisco il cane. Mi sorprende il cane. Mi fa paura l’uomo».
Alla fine di Zanna Bianca, del grande Jack London, il lupo ride... I cani pensano e ridono?
«Chi ha un cane e gli dedica attenzione, impara a guardare gli occhi, il muso e il corpo tutto, si accorge di quanti segnali trasmetta. E, appunto di come un cane sorrida. Orso, il mio amatissimo golden retriever che non c’è più, con occhi brillanti rideva arricciando la pelle del muso».
Ci sono cani pericolosi o è sempre colpa dell’uomo?
«Esistono cani con diverse attitudini selezionate dall’uomo con l’addomesticamento. Tra queste anche diversi livelli di aggressività per razze da guardia, ad esempio. Ma è comunque sempre l’uomo che deve prendersi la responsabilità».
Domanda semiseria a un ateo: i bambini se lo chiedono sempre, cani (e gatti) vanno in paradiso?
«Risponderei di preoccuparsi innanzitutto di far fare loro una buona vita su questa terra, amandoli e rispettandoli. È il nostro amore il vero paradiso, è il dono più importante e solo noi glielo possiamo garantire». Qual è la felicità per un etologo? «Il prossimo animale da studiare e conoscere e il prossimo cane che mi regalerò».
Se dovesse reincarnarsi, in quale animale preferirebbe farlo?
«In un uccello. Per la conquista dei cieli, per l’orientamento, per la migrazione su grandi distanze. E poi la bellezza: certi piumaggi e livree degli uccelli sono un vero trionfo estetico».