MARIO CONSANI
Cronaca

Milano, l’archistar Dante Oscar Benini accusato di bancarotta

Avrebbe dissipato in viaggi e auto di lusso il patrimonio della sua società poi fallita

Dante Oscar Benini

Milano, 23 novemrbe 2019 - Grande architetto , ma con grandi debiti. Così sei anni fa lo società professionale di Dante Oscar Benini, oggi 72 anni, venne dichiarata fallita. Solo che, stando alle accuse della Procura, sia il celebre titolare che l’anziano liquidatore nel frattempo deceduto, da allora avrebbero distratto beni della ditta in liquidazione, allo stesso tempo «omettendo sistematicamente il pagamento di debiti tributari» come Iva e ritenute d’acconto, portando così il “buco“ da 368 mila a quasi 900mila euro.

E tutto mentre l’architetto Benini avrebbe incassato per sé rimborsi spese da oltre 250 mila euro «per alberghi, ristoranti, viaggi», e affitto di automezzi come una preziosa limousine durante una vacanza a New York. Ora rischia il processo per bancarotta. Benini è stato allievo di grandi maestri come il veneziano Carlo Scarpa e il brasiliano Oscar Niemeyer, progettando e costruendo in tutto il mondo e partecipando a progetti con le maggiori archistar. Nel 2004 fondò la Dante O. Benini & Partners Architects srl, che però entrò in liquidazione dal 2013 e venne in seguito dichiarata fallita dal tribunale di Milano. Il problema, secondo le accuse del pm Luigi Luzi, è che quando già le cose andavano male, d’accordo con il liquidatore l’architetto Benini avrebbe dissipato in spese personali quello che restava del patrimonio ai danni dell’Erario, di fatto creditore quasi unico. Fra l’altro, anche la bella somma di quasi un milione e 200 mila euro, fuoriusciti dai dissestati bilanci della Benini & Partners,sarebbero andati dal 2011 al 2016 alla TechLab srl « quali canoni di locazione degli immobili di Milano corso Magenta 52 - abitazione e box auto - in realtà in uso esclusivo a Dante Oscar Benini».

Non basta . Perché, stando alla ricostruzione degli inquirenti, nel 2013 l’architetto avrebbe creato anche una “newco“ - Benini & Partners srl - con la quale la società dissestata stipulò un contratto di affitto di ramo d’azienda «avente ad oggetto l’intera attività della società poi fallita (comprensiva anche delle attrezzature, dei beni immateriali, dei marchi, dei diritti di utilizzazione delle opere d’ingegno, della conduzione dei locali di viale Achille Papa dei proprietà della TechLab srl)» per la durata di 5 anni per oltre un milione di euro. E sempre prima del fallimento, Benini avrebbe utilizzato denaro per pagare diversi creditori (Fisco escluso) come banche, finanziatori, fornitori e «compensi professionali» a sé stesso e a favore del suo giovane socio Luca Gonzo.