MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Danylo sfregiato al volto dai rapinatori, indignazione e solidarietà: "I colpevoli vanno fermati"

Il 19enne ucraino, fuggito dalla guerra, aggredito a Porta Garibaldi. Online decine di commenti: affetto per lui e richiesta di maggiore sicurezza

Danylo Shydlovskyi con la mamma Raissa

Danylo Shydlovskyi con la mamma Raissa

Milano – “Questa immagine mostra dolore ma senza grondare odio. Grazie Danylo per la tua fierezza e dignità, ti auguro con tutto il cuore di trovare quella pace che il tuo povero Paese non ti può dare". Solidarietà alla vittima e richiesta di maggiore sicurezza è il senso dei commenti, e ne sono comparsi a decine sui canali social del Giorno, in merito alla rapina violenta subìta lo scorso 6 agosto da Danylo Shydlovskyi, sfregiato al volto con un taglierino, dalla fronte fino al mento.

Diciannovenne ucraino (compie gli anni proprio oggi) si è trasferito a Milano insieme al fratello più piccolo per raggiungere la mamma, già a Milano da 7 anni, e sfuggire alla guerra. "La guerra l’ha trovata qui", ha commentato la mamma, Raissa, in lacrime. Il ragazzo è stato aggredito in piazza Freud, davanti alla stazione di Porta Garibaldi, rientrando a Milano dopo una gita sul lago di Lecco con alcuni amici. "Prima gli insulti alla stazione di Lecco da parte di sei ragazzi nordafricani", ha raccontato Stanislav, amico del diciannovenne, pure lui in gita al lago quella domenica, "poi l’aggressione una volta arrivati a Milano", una volta scesi dal regionale 24873, Lecco-Milano Garibaldi, attorno alle 19.

Quel primo gruppetto si è unito ad altri, "erano almeno in 40", ha raccontato Danylo, che d’istinto ha protetto due ragazze del gruppo "quando ci hanno spruzzato addosso spray al peperoncino". Poi si è sentito afferrare. È stato spinto contro una macchina in sosta e colpito al volto con una cintura. Poi, l’aggressione con la lama: lo sfregio al volto, due tagli alla schiena e uno al braccio. Tutto per rubargli il portafoglio, "senza soldi", e il cellulare. "Pensavo di morire dissanguato". Ricoverato al Fatebenefratelli, è stato dimesso con 20 giorni di prognosi e ha poi sporto denuncia alla stazione dei Carabinieri di Affori. E in piazza Freud, quella sera, c’erano i poliziotti della Polfer. Ora sono in corso le indagini.

“Noi ci auguriamo – sottolinea Gianfranco, il compagno della madre – che i responsabili vengano individuati in fretta: sono pericolosi e vanno fermati. Spero che dai filmati delle telecamere si riesca a trovare qualche elemento utile". Tra i commenti on line: "Non c’è controllo sufficiente a garantire la sicurezza, così non va affatto bene". "Basta: non si può vivere nella paura". Ancora: "Sono scioccata. Non serve nemmeno essere in compagnia, tante volte si pensa che che non bisogna stare soli ma non serve a niente. Sono delle bestie". Una ragazza si domanda "a cosa può arrivare la barbarie umana". Tante, le parole di affetto per Danylo: "Non è giusto". "Aiutiamolo". "Mi dispiace tanto".