L’ex calciatore Davide Bombardini e Andrea Beretta, capo ultrà interista, condannati per esercizio arbitrario delle proprie ragioni

Per entrambi 6 mesi con pena sospesa e non menzione nel casellario giudiziale

Davide Bombardini ai tempi del Bologna

Davide Bombardini ai tempi del Bologna

Milano, 13 luglio 2023 –  E' stato condannato a 6 mesi, con pena sospesa e non menzione nel casellario giudiziale, l'ex calciatore Davide Bombardini, 49 anni, che in carriera ha giocato per Palermo, Roma, Atalanta e Bologna.

Il Tribunale di Milano ha comminato la stessa pena ad Andrea Beretta, capo ultrà della curva nord dell'Inter, anche lui imputato in un processo che vedeva al centro l'accusa di tentata estorsione, riqualificata oggi dai giudici in esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Entrambi erano a processo assieme ad un altro ultrà, Claudio Morra, condannato a 10 mesi. L'ex centrocampista Bombardini, ora imprenditore, secondo l'ipotesi del pm Leonardo Lesti (aveva chiesto 3 anni per gli imputati), avrebbe provato ad ottenere da una persona in modo illecito e con minacce 100mila euro. Stando all'imputazione, i tre, assieme ad una persona "rimasta ignota", avrebbero tentato di costringere "con minaccia" la presunta vittima "a consegnare dapprima a Bombardini", poi a Beretta e Morra, "la somma di 100mila euro". E ciò malgrado, aveva scritto il pm, il 59enne, che avrebbe subito l'ipotizzato tentativo di estorsione, "non avesse alcun debito nei confronti del Bombardini", dato che aveva "corrisposto" a lui il "saldo relativo all'acquisto delle quote sociali della 'Milano Procaccini srl'", impresa edile, che l'ex trequartista rosanero "deteneva".

I tre, sempre secondo l'accusa, si sarebbero recati il 28 novembre 2018 in un cantiere a Milano dove il 59enne lavorava. E avrebbero usato "toni e modi aggressivi ed intimidatori" per richiedere quel "credito del tutto inesistente", dicendogli che se non avesse consegnato i soldi avrebbero "agito di conseguenza". I due ultrà, in particolare, gli avrebbero detto che "erano creditori" dell'ex calciatore e che quindi "da adesso in poi sarebbero stati i suoi creditori e i 100mila euro avrebbe dovuto darli a loro". Il giorno dopo, poi, Bombardini, che ha sempre respinto le accuse, avrebbe telefonato per ribadire "la richiesta illecita" dicendo che aveva "tempo fino alla sera per pagare", altrimenti "avrebbe visto cosa sarebbe successo".

L'uomo, però, fece denuncia e scattò l'inchiesta. Bombardini dovrà risarcire con 5 mila euro la parte civile, come stabilito dai giudici. "La sentenza verrà impugnata - ha spiegato il suo difensore, l'avvocato Danilo Buongiorno - una sentenza che di fatto comunque ha accolto la tesi difensiva della inesistenza del reato di tentata estorsione". Verdetto che sarà impugnato anche dal legale degli altri imputati, l'avvocato